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Toro, il record di punti di Ventura è irraggiungibile. La corsa è sui numeri di Miha

L'Europa League è matematicamente sfumata: a tre giornate dal termine il Torino corre contro sé stesso

Nicolò Muggianu

Altro giro, altra sconfitta. Il Torino non sa più vincere: dopo il capitombolo di Bergamo domenica sera i granata hanno rimediato un altro risultato negativo, questa volta in casa contro la Lazio. La squadra di Mazzarri ora si trova in una situazione emotivamente e psicologicamente complicata: l'Europa League è ormai matematicamente sfumata e le motivazioni scarseggiano. Se non si può più giocare per superare gli altri, non resta dunque che giocare per superare sé stessi.

CONSOLAZIONE - Già perché a tre giornate dal termine, il Torino si trova impantanato al 10° posto in classifica; a 7 lunghezze da Fiorentina e Sampdoria. Un risultato piuttosto deludente, persino peggiore di quanto fatto lo scorso anno. A fine campionato 2016/2017 infatti Sinisa Mihajlovic, al suo primo anno in granata, raccolse 53 punti e il 9° posto in classifica. Ai granata, per eguagliare quanto meno la stagione tutt'altro che esaltante dello scorso anno, serviranno due vittorie nelle ultime tre partite. Una magra (e non scontata) consolazione più che un obiettivo, ma che quanto meno permetterebbe alla squadra di mantenere intatto l'orgoglio in vista della prossima stagione.

RECORD - Se Cairo a inizio anno definiva la squadra attuale "il miglior Torino degli ultimi 20 anni", si sbagliava. A dirlo sono i numeri: anche in caso di bottino pieno nelle ultime tre di campionato contro Napoli, Spal e Genoa infatti, il Torino raccoglierebbe un massimo di 56 punti complessivi. Uno in meno di quello "da record" targato Giampiero Ventura, che nella stagione 2013/2014 (con 57 punti) ottenne la qualificazione in Europa League dopo più di vent'anni di astinenza (anche grazie ai guai finanziari del Parma), stabilendo il record assoluto di punti nell'era-Cairo. Un record che almeno per quest'anno rimarrà intatto. Nonostante le ambizioni di inizio stagione infatti, allenatore, squadra e dirigenza si sono trovati a fare i conti con la realtà: un Torino che non si è dimostrato all'altezza di quello degli "anni migliori" e che per eguagliare quello mediocre degli ultimi campionati dovrà fare ancora un piccolo sforzo.