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Udinese-Torino: Mazzarri a casa Pozzo dopo il discusso divorzio dal Watford

Focus On / L'allenatore granata per la prima volta ospite nella patria dei Pozzo dopo l'avventura con gli "Hornets" finita tra qualche polemica

Redazione Toro News

Guarda un po' chi si rivede! Domenica 16 settembre, alle ore 15, in occasione di Udinese-Torino le strade di Walter Mazzarri e della famiglia Pozzo si incroceranno di nuovo. Questa volta da avversari. Fu infatti il proprietario del club friulano a portare l'attuale tecnico granata in terra britannica, affidandogli la panchina del suo Watford in vista della stagione 2016/17. Il compito di Mazzarri nell'Hertfordshire era annunciato: far navigare in acque tranquille gli "Hornets", tenendoli lontani dalla zona rossa e dall'incubo Championship.

COMUNICAZIONE - Zona rossa che il tecnico livornese tenne lontanissima per la maggior parte della stagione, mietendo anche vittime illustri come Manchester United ed Arsenal. E addirittura sognando l'Europa League fino a 6 giornate dalla fine, quando qualcosa all'improvviso si ruppe: a campionato ancora in corso, Gino Pozzo annunciò che Walter Mazzarri non sarebbe stato riconfermato alla guida dei Calabroni per la stagione successiva. Dopo la clamorosa notizia, il Watford perse le ultime 6 gare di Premier League precipitando fino al 17esimo posto in classifica. "Mazzarri? Al Watford non si è ambientato, non aveva ancora imparato a parlare inglese". Così motivava la sua scelta l'imprenditore friulano ai microfoni di Sky Sport, poco dopo l'accaduto. Nonostante il calcio espresso e i risultati ottenuti parlassero, fino a quel punto, un linguaggio inequivocabile, il tecnico granata - che fosse o meno una giustificazione reale - fu accusato di avere evidenti limiti comunicativi nello spogliatoio ed in sala stampa.

"RISULTATI - Eppure le premesse per instaurare un rapporto ferreo e duraturo tra i due erano numerose: Mazzarri, dopo Sannino e Gianfranco Zola, fu il terzo allenatore italiano dell'era Pozzo in pochi anni di gestione al Watford. E anche sul mercato l'intesa sembrava essersi instaurata sin da subito. Il presidente friulano in una sola stagione investì ben 70 milioni di euro per rinforzare la rosa, riportando sotto il tetto della famiglia Pozzo un giocatore del calibro di Roberto Pereyra dalla Juventus; con un'operazione da circa 15 milioni di euro. Alla corte del tecnico livornese arrivarono poi anche Camilo Zuniga, suo fedelissimo al Napoli, Younes Kaboul, Nordin Amrabat, Stefano Okaka e Mbaye Niang, ritrovato (con scarsi risultati) lo scorso anno a Torino. Giocatori duttili in grado di garantire l'impiego dell'amata difesa a 3, più volte utilizzata anche in Inghilterra nel corso della stagione. Un mercato competitivo, degno di quello appena concluso dal suo Toro, ma che sommato agli ottimi risultati non bastò a salvare il rapporto tra Mazzarri e la famiglia Pozzo. I problemi di comunicazione - stando a quanto affermato da Pozzo - furono fatali, ma d'altronde la lingua che Mazzarri parla al meglio è quella del campo.