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Un’altra idea di Toro

Editoriale / Mazzarri ha rivoluzionato la mentalità della squadra, che comunque può ancora migliorare

Gianluca Sartori

Dov’è finito il Torino che sbagliava sempre e volentieri le partite decisive, che aveva ben poca confidenza con la parola continuità, che non riusciva mai a leggere i momenti del campionato? Il Torino di oggi, che per ora è il migliore di sempre nell’era dei tre punti a vittoria, è tutt’altra cosa. A Frosinone ha superato un’altro esame delicato. Lo ha fatto in maniera larga e meritata, più di quanto dica il risultato di 1-2. Lo ha fatto in rimonta, da squadra che sta diventando importante, con consapevolezza, lucidità e intelligenza. Il Torino sta riuscendo a cambiare mentalità, ad acquistare la convinzione dei grandi. Vedremo cosa succederà in casa con il Bologna, altra partita fondamentale, ma quando si arriva a metà marzo da sesto in classifica non è mai un caso.

Daniele Baselli è uno che al Toro gli anni scorsi c’era. Le sue parole vanno prese in considerazione, perché da esse si può capire che cosa sia realmente cambiato nel Toro. “Con tutta la fatica che abbiamo fatto per arrivare fin qui, ora non vogliamo assolutamente mollare”. I giocatori sentono emozionalmente - a livello più o meno inconscio - e vivono più che negli altri anni ciò che stanno facendo; tutti hanno capito che il bene della squadra è il bene del singolo.

Emblema di questa filosofia è Andrea Belotti, con la sua faccia da eroe antico del Toro. A plasmare questo gruppo è stato Mazzarri con la sua idea di calcio. Una rosa corta, con pochissimi titolari fissi, in cui il posto in squadra lo si conquista con il merito. Il tecnico inoltre di partita in partita si conferma capacissimo nel decifrare le gare in corso d’opera, cambiando sempre le partite con le sostituzioni giuste. Margini di miglioramento ce ne sarebbero eccome, questo è poco ma sicuro. È ciò che affascina di questa squadra, insieme al fatto inoppugnabile che abbiamo sotto gli occhi tutta un’altra idea di Toro rispetto agli anni scorsi.