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Verona e Torino: squadre storiche che hanno seminato tanto, ma raccolto poco

Verso Verona-Torino / Dallo storico scudetto granata del '75/76, al primo ed unico tricolore scaligero: l'epopea di due squadre diverse, ma anche un po' simili...

Redazione Toro News

"Rivali sul campo, rivali sugli spalti: Verona e Torino non possono certo dirsi realtà legate da rapporti amichevoli, ma certamente condividono entrambe lo status di “squadra gloriosa”, dalla storia e dall’importanza diversa, ma con il punto in comune dato dal fatto di - alla fine dei giochi - aver raccolto molto meno di ciò che si aveva seminato. E questo vale sia per gli scaligeri, e tanto più per i granata.

"Entrambe le parabole calcistiche, infatti, hanno avuto momenti di altissima gloria, e altri di buio assoluto; attimi di pura estasi, e lunghi anni di sofferenze: un calvario continuo, per due squadre che sono da considerarsi grandi, ma che in questo calcio moderno non hanno la possibilità economica per esserlo veramente e al massimo.

"Se il Grande Torino ha segnato la storia di un’intera Nazione, che dire, allora, degli eroici ragazzi del '75/76, che vinsero uno scudetto incredibile, giocandoselo fino all’ultimo contro la rivale Juventus per poi trionfare su tutto e tutti, portando a livelli altissimi i colori granata. Storia diversa per il Verona: dopo lunghi, lunghissimi anni vissuti da provinciale, ecco che nell’84/85 arriva il primo storico scudetto: una squadra “di nicchia” fino a quel momento annienta il Napoli di Maradona, le potenze Inter e Milan, staccando di 4 punti un formidabile Torino, che chiuderà quindi quell’annata al secondo posto. Quel Verona entrò nella leggenda, ma era tutto incredibilmente reale.

"Due formazioni, dunque, dalla fortuna alterna e dal grande fascino, che questa domenica si sfideranno per l’ennesima volta in massima serie, in uno di quelli che si può considerare un classico del calcio italiano. Nell’84/85 il gialloblù Elkjaer sfidava il Torino di Leo Junior per lo scudetto, oggi Luca Toni spalanca le porte del Bentegodi a Quagliarella e compagni per la gloria e la vittoria: magari non per il tricolore, ma per un posto ancora più profondo nei cuori dei rispettivi tifosi.