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Vittorio Caporale, il ‘kaiser’ di Torino

Per tutti i tifosi del Toro era semplicemente ‘Caporalbauer’, attestato massimo di stima per un interprete di un ruolo che si è andato perdendo nel tempo ma che all’epoca era fondamentale e forse ancora oggi avrebbe un...

Redazione Toro News

Per tutti i tifosi del Toro era semplicemente ‘Caporalbauer’, attestato massimo di stima per un interprete di un ruolo che si è andato perdendo nel tempo ma che all’epoca era fondamentale e forse ancora oggi avrebbe un senso. Perché Vittorio Caporale che oggi festeggia i suoi primi 66 anni è stato un signor libero e avrebbe certamente meritato maggiore considerazione sia dal Toro che più in generale dal calcio italiano.Friulano d’origine ma maturato calcisticamente soprattutto a Bologna, arrivò insieme a Eraldo Pecci proprio dai rossoblu nell’estate del 1975 scambiato con Angelo Cereser, ormai ritenuto non più utile alla causa. Qualche tifoso storse il naso, ma ricredersi fu un attimo. Perché Caporale per tre stagioni fu il simbolo di una difesa concreta e vincente con un compagno perfetto come Mozzini. Sempre al suo posto, in campo come fuori, mai un’uscita oltre le righe: un gran lavoratore, anche se meno personaggio di altri come Pulici e Graziani, persino Pecci.Andava in campo con quei suoi capelloni e una grinta rara e già sapevi che raramente si poteva passare. In tutti 95 presenze, 81 delle quali in campionato, per tre stagioni memorabili partite con quello scudetto che tutti rimpiangono. All’inizio sostituì Santin, nessuno più gli tolse il posto fino a quando nell’estate del ’78 venne ceduto al Napoli. Ma per tutti è rimasto il vero ‘kaiser’ di Torino.Redazione TN