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Almanacco

Nessuna squadra al mondo ha la Storia che ha il Toro. Storia di cui vorremmo somministrarvi ogni mattina una pillola, legata alla data del giorno stesso, con l'Almanacco. Speriamo di proporvela mettendovi anche al corrente di qualche...

Redazione Toro News

Nessuna squadra al mondo ha la Storia che ha il Toro. Storia di cui vorremmo somministrarvi ogni mattina una pillola, legata alla data del giorno stesso, con l'Almanacco. Speriamo di proporvela mettendovi anche al corrente di qualche curiosità in più; in ogni caso, dopo aver assunto la pillola, si potrà iniziare la propria giornata nel mondo con una piccola dose di orgoglio in più...

7 Aprile 1922: Vittorio Pozzo si dimette da allenatore del Torino. Il più grande terremoto della storia del calcio italiano non é certo “Calciopoli”, ma la scissione del 1921, evento mai verificatosi prima e neppure dopo, quando il crescente numero di società e le divergenze sul modo di strutturarle in una lega portarono alla creazione di un campionato parallelo alla F.I.G.C., quello del C.C.I., cui si iscrissero quasi tutte le “grandi” (compreso il Torino). La proposta di nuova organizzazione era stata elaborata, ma senza che trovasse l'armonia globale che cercava, da Vittorio Pozzo, allenatore dello stesso Torino, che alla fine di quella stagione (anzi, prima: il 7 di Aprile, appunto) diede le sue dimissioni dopo un decennio da trainer granata (prima vi aveva anche giocato per cinque anni).Non vi é qui lo spazio per approfondire la figura più importante di sempre del pallone tricolore. Guida della Nazionale dai suoi albori fino agli anni '60, praticamente da solo, per quanto riguarda i club ha legato inscindibilmente il suo nome ad un solo club: il Torino, cui partecipò perfino alla nascita, giocandovi prima, allenandolo poi (dal 1912 al 1922), e rimanendovi sempre legato (amico, consulente, consigliere), tanto da essere convocato dalle autorità per il riconoscimento delle salme, il 5 Maggio del 1949.Nato in un'umile famiglia biellese, con tutte le sue forze volle studiare; sia per gli esami universitari (divenne giornalista), che per il pallone (si conquistò a fatica, in gioventù, svariati soggiorni all'estero per imparare bene il “foot-ball” dai grandi maestri). Vivrà la trincea, sopravvivendo alla Grande Guerra; vincerà due Campionati del Mondo alla guida della Nazionale, cosa a tutt'oggi riuscita a nessun altro al mondo; collezionerà record, rimanendo sempre schivo, lavoratore, umile, concreto.Il 7 Aprile 1922 lasciava dunque per sempre la panchina del Toro, Vittorio Pozzo, affidandola alle mani di “Ceschin” Mosso, il primo della grande dinastia; non aveva vinto scudetti (l'anno prima, i suoi avevano abbandonato proprio allo spareggio per il trionfo finale), ma aveva dato l'impronta moderna di squadra che nessun altro aveva.Il fatto che sia legato al Toro il nome del più grande uomo di calcio della storia italiana dovrebbe rappresentare uno dei massimi vanti, nell'aggirarsi per il mondo, per ogni tifoso granata.Vittorio PozzoNato a Torino il 2-3-1886, scomparso a Torino il 21-12-1968Esordio nel Torino (come allenatore): 3-11-1912, Novara-Torino 1-2Addio al Torino (come allenatore): 7-4-1922 (dimissioni per motivi personali)