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La battaglia d’Inghilterra

di Andrea Ciprandi

La lunga ombra del fairplay finanziario annunciato dalla UEFA ha improvvisamente frenato le manovre di mercato di tanti Club europei che negli ultimi anni ci avevano abituati a...

Redazione Toro News

di Andrea Ciprandi

"Tornando però all’Inghilterra, non può passare inosservata la correlazione fra ubicazione della maggior parte delle prime fabbriche e successi delle squadre che rappresentavano quelle aree geografiche in tempi in cui non esistevano i trasferimenti, quindi il calcio era espressione del valore sportivo locale. Il centro-nord dell’Inghilterra dominava rispetto al sud e in particolare a Londra, e soprattutto dalle Midlands in su c’erano molte squadre che vincevano tantissimo. Dal 1888/89 sono stati giocati 111 campionati fra vecchia First Division e Premier League, una serie lunghissima interrotta solo durante i nove anni delle due guerre mondiali. Di questi tornei, 90 sono andati a squadre del centro-nord e soltanto 21 a Club del sud, tutti di Londra con la sola eccezione del Portsmouth, vincitore due volte a cavallo fra gli anni Quaranta e Cinquanta. Dividendo questo periodo in decenni, solo in due occasioni le squadre del sud sono riuscite a lasciare il segno, negli anni Trenta con i cinque titoli dell’Arsenal e negli anni Cinquanta quando sorprendentemente vinsero una volta ciascuna le uniche quattro squadre della fetta meridionale d’Inghilterra ad essersi mai aggiudicate un campionato: ancora Arsenal e poi Chelsea, Portsmouth e Tottenham.

"Col passare del tempo sono stati sempre più i soldi e non solo l’organizzazione a fare la differenza. Detto che prima della discesa in campo di grandi investitori stranieri è stata la creazione della Premier League, coi contratti televisivi che prevede, ad aprire la prima reale era dei ricchi e dei poveri, delle 18 edizioni di questo torneo finora disputate 12 sono comunque andate al centro-nord benché praticamente tutte al poderoso Manchester United eccetto un unico titolo del Blackburn, mentre 6 a rappresentanti del sud, precisamente ai ‘paperoni’ Arsenal e Chelsea. Numeri che se da un lato confermano il predominio centrosettentrionale, per quanto incarnato nel monopolio dei Red Devils, dall’altro sottolineano l’incidenza dei nuovi capitali confluiti su Londra.

"Ora che i soldi iniziano a girare di meno nonostante la ricca Premier League continui a esistere, sarà interessante vedere se Club di grande tradizione cui recentemente sono mancati i mezzi economici torneranno ad affermarsi. Se invece ci sarà spazio solo per i nuovi capitali, con niente più che un passaggio di testimone fra ricchi, c’è da considerare che il rinnovato e rampante Manchester City potrebbe tornare a trionfare dopo più di quarant’anni così come il Tottenham, i cui proprietari hanno finalmente messo mano al portafogli, addirittura dopo quasi cinquanta. Niente d’impossibile, ma questa sì che sarebbe una notizia dato che negli ultimi tre decenni solo Blackburn Rovers e Leeds (vincitori di un titolo a testa in questo lasso di tempo) hanno interrotto l’egemonia delle grandi di sempre o anche solo del passato recente, con Everton, Aston Villa e Chelsea che hanno comunque vinto appena sei titoli in tre, e in particolare i londinesi prima degli ultimi successi targati Abramovich erano stati campioni soltanto nel 1954-55.