"Potrebbero chiamarli "gemelli diversi". O Blues Brothers. Stesso ruolo, stesso estimatore di mercato: il Toro. Caratteri e modi diversissimi. Valter Birsa ed Alessio Cerci: esterni, obiettivi granata numero uno e due per la corsia, presente e - chissà - futuro genoano.
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Petrachi e i gemelli diversi
Potrebbero...
Le affinità, però, finiscono qui, perchè Alessio e Valter sono abbastanza differenti per origine ed interpretazione del lavoro. Cerci, classe 87, romano di Velletri, è uno dei bad boy del calcio italiano. Bizzoso come pochi, geniale come nessuno nell'uno contro uno nello stivale. Calcisticamente nasce a Roma, dove esordisce in A a diciassette anni grazie a Fabio Capello, ma è con Giampiero Ventura che fa il primo balzo verso la vetta. Una stagione a Pisa molto interessante, esterno destro del 4-2-4 con D'Anna, Nacho Castillo e Kutuzov in una squadra che gioca benissimo a pallone, prima del crac fisico contemporaneo di tutti gli avanti che costa l'uscita dalla corsa di vetta e, poi, dai playoff. Pisa, ma anche Firenze.
Dalla Torre pendente al David, Cerci passa alla Fiorentina attraverso la Roma e si ritaglia un finale di 2010-11 super. L'incantesimo continua anche la stagione successiva, la scorsa, iniziata alla grande ma finita male con tante bizze, qualche atteggiamento poco professionale e mille scazzottate verbali con Mihajlovic e Delio Rossi.
Di tutt'altra pasta, Valter Birsa, sloveno classe 86 di San Pietro-Vertoiba, paesino ad un tiro di schioppo da Gorizia. Serio, serissimo, mai una parola fuori posto, nessuna critica, nessun borbottio in pasto ai media nonostante un anno a Genova rimbalzando tra il concetto di "panchinaro" e quello di "oggetto misterioso".
Nel calcio che conta inizia a Sochaux, club di Ligue One che lo acquista dal Gorica. Esterno destro nel rigoroso 4-4-2 di Gillot, ma pure trequartista di destra (con licenza, anzi obbligo, di rientrare sul mancino) nel 4-2-3-1 di Jean Fernandez ad Auxerre. Ottimo sul piazzato, che sia corner o punizione, non velocissimo sul passo rispetto a Cerci.
Più tecnico, meno devastante nel breve. Perchè qualche differenza ci deve pur esser, anche tra due gemelli. Gemelli diversi.
(foto Fornero)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbero...
Le affinità, però, finiscono qui, perchè Alessio e Valter sono abbastanza differenti per origine ed interpretazione del lavoro. Cerci, classe 87, romano di Velletri, è uno dei bad boy del calcio italiano. Bizzoso come pochi, geniale come nessuno nell'uno contro uno nello stivale. Calcisticamente nasce a Roma, dove esordisce in A a diciassette anni grazie a Fabio Capello, ma è con Giampiero Ventura che fa il primo balzo verso la vetta. Una stagione a Pisa molto interessante, esterno destro del 4-2-4 con D'Anna, Nacho Castillo e Kutuzov in una squadra che gioca benissimo a pallone, prima del crac fisico contemporaneo di tutti gli avanti che costa l'uscita dalla corsa di vetta e, poi, dai playoff. Pisa, ma anche Firenze.
Dalla Torre pendente al David, Cerci passa alla Fiorentina attraverso la Roma e si ritaglia un finale di 2010-11 super. L'incantesimo continua anche la stagione successiva, la scorsa, iniziata alla grande ma finita male con tante bizze, qualche atteggiamento poco professionale e mille scazzottate verbali con Mihajlovic e Delio Rossi.
Di tutt'altra pasta, Valter Birsa, sloveno classe 86 di San Pietro-Vertoiba, paesino ad un tiro di schioppo da Gorizia. Serio, serissimo, mai una parola fuori posto, nessuna critica, nessun borbottio in pasto ai media nonostante un anno a Genova rimbalzando tra il concetto di "panchinaro" e quello di "oggetto misterioso".
Nel calcio che conta inizia a Sochaux, club di Ligue One che lo acquista dal Gorica. Esterno destro nel rigoroso 4-4-2 di Gillot, ma pure trequartista di destra (con licenza, anzi obbligo, di rientrare sul mancino) nel 4-2-3-1 di Jean Fernandez ad Auxerre. Ottimo sul piazzato, che sia corner o punizione, non velocissimo sul passo rispetto a Cerci.
Più tecnico, meno devastante nel breve. Perchè qualche differenza ci deve pur esser, anche tra due gemelli. Gemelli diversi.
(foto Fornero)
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