Il 26 novembre 2015, Vaclav Cerny non riusciva a trattenere la sua gioia dopo il gol dell’88’ che garantì la vittoria in Europa League con la maglia dell’Ajax a Celtic Park. All’epoca aveva soltanto 18 anni. "Che serata fantastica. Non la dimenticherò mai", dichiarò nel post partita. Nessuno immaginava che, quasi dieci anni dopo, sarebbe tornato a calcare lo stesso prato, ma nel contesto infuocato dell’Old Firm, da giocatore dei Rangers. Oggi Cerny, esterno offensivo classe ’97, è tra i nomi accostati al Torino del nuovo corso di Marco Baroni. Un profilo interessante, ma che solleva anche legittimi interrogativi. Conosciamolo meglio.


FOCUS
Torino, chi è l’obiettivo Cerny: talento in cerca di continuità
Cerny, l’Ajax e il primo infortunio
—Nato a Pribram, in Repubblica Ceca, Cerny viene acquistato nel 2014 dall’Ajax. Brilla subito in Youth League e in breve tempo approda in prima squadra. Il primo grande squillo arriva proprio nel match contro il Celtic: una cavalcata palla al piede e un destro secco sul primo palo. Una rete da predestinato.
Piano piano entra nelle rotazioni della prima squadra, ma la sua ascesa subisce una brusca frenata: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. “Ho un brutto presentimento. L’ho visto succedere e ho pensato: questo è grave”, commentò l’allora tecnico Marcel Keizer dopo l’uscita in barella.
Il rientro arriva a novembre 2018, in una trasferta a Volendam, esattamente dove si era infortunato. Cerny riesce a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “È stato davvero difficile. Mi chiedevo: la gioco o no questa partita?”, confessò. In campo, segna e chiude il cerchio: “A livello personale è stata una vittoria. Perché dentro stavo male. Ero felicissimo di averlo fatto”.
L’Utrecht e la rinascita al Twente
—Nel luglio 2019, l’Utrecht acquista Cerny, che lascia l’Ajax con 29 partite ufficiali, 4 gol e 6 assist. “Volevo davvero avere successo all’Ajax, ma non mi sono mai davvero sentito affermato. Questo è il momento giusto per pensare anche a me stesso”, dichiara all’epoca.
Ma l’esperienza non decolla: appena 13 presenze. Così, nell’estate 2020, si trasferisce in prestito al Twente, dove ritrova continuità e brillantezza. A gennaio ha già totalizzato 6 gol e 7 assist. Poi, di nuovo, la sfortuna lo colpisce: altra lesione al ginocchio, stagione finita. “È ovviamente una grande delusione per me. Mi stavo divertendo. Non mi abbatterò. So cosa significa affrontare le delusioni e so anche come uscirne più forte”, afferma con lucidità.
Nel luglio 2021, il Twente lo riscatta e torna in campo a novembre. La 2022-2023 è la miglior stagione della carriera: 13 gol e 11 assist, torna stabilmente in nazionale e si guadagna la chiamata del Wolfsburg, che lo acquista a fine giugno.
Cerny, il salto in Bundesliga
—“Vaclav è un giocatore molto pericoloso, che ha fatto una grande impressione a Enschede e non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale. Siamo convinti che con noi possa fare un ulteriore passo avanti e diventare importante per noi”, dice il direttore sportivo del Wolfsburg, Sebastian Schindzielorz. Cerny si presenta con entusiasmo: “È sempre stato il mio sogno giocare in Bundesliga. Sono molto felice di poter indossare la maglia del Wolfsburg”. Cerny, in quel periodo, aggiunge che gli infortuni l’hanno reso più forte e che, durante la riabilitazione, l’abbia aiutato a resistere Sylvester Stallone, nelle vesti di Rocky. "Mio padre mi ha sempre insegnato che dovevo essere un combattente. Rocky Balboa, interpretato da Stallone, è stato per me il modello perfetto. Quel film ha assunto un significato speciale e mi ha aiutato a superare un periodo difficile. Parla di una persona che lavora duramente e che, contro ogni aspettativa, riesce ad arrivare in cima. Dimostra che il duro lavoro non si può battere".
L’esperienza ai Rangers
—In Germania, Cerny, non trova spazio con continuità: solo 22 presenze e 4 gol. Nell’estate 2024 si trasferisce in prestito ai Rangers, dove l’allenatore Philippe Clement lo accoglie con parole chiare: “Lo volevamo tanto. È un giocatore esperto che può aiutarci”. A ottobre ha un battibecco con i tifosi dopo una palla persa contro l’Hibernian. Nella stessa settimana aveva sprecato un’occasione clamorosa contro il Lione in Europa League. Ma si riprende. A marzo, durante l’Old Firm, si rende protagonista di un gesto controverso: spruzza una bottiglietta d’acqua verso i tifosi del Celtic. “Non vorrei che i miei giocatori facessero una cosa del genere”, commenta il tecnico rivale Brendan Rodgers, in un mare di polemiche. Ma i numeri sono dalla sua: 18 gol e 9 assist in 52 presenze stagionali. Cerny saluta Glasgow tra gli applausi e fa ritorno a Wolfsburg, in attesa di una nuova opportunità.
Cerny: il profilo tecnico
—Vaclav Cerny è un’ala d’attacco moderna, estremamente duttile: può agire su entrambe le fasce, rientrare sul piede sinistro per calciare o allargarsi per andare sul fondo e crossare. I suoi numeri confermano la pericolosità offensiva: tenta in media 4 tiri ogni 90 minuti, un dato che lo colloca nel 99° percentile tra i giocatori nel suo ruolo. Non solo calcia tanto, ma lo fa anche con efficacia: segna 0,59 gol non su rigore a partita, un rendimento superiore alle attese (0,42 xG), a dimostrazione della sua capacità di concretizzare le occasioni.
Anche nell’uno contro uno si fa valere, con una media di 2,54 dribbling riusciti per gara, valore che lo posiziona nel 92° percentile. Ma ciò che sorprende è la sua partecipazione alla fase difensiva. Pur non essendo un giocatore prettamente difensivo, si distingue per letture intelligenti e reattività. Registra infatti quasi un intercetto a partita (0,98, 97° percentile) e ben 1,95 blocchi (99° percentile), segno che, quando motivato, può offrire un contributo concreto anche in fase di non possesso.
Toro, affare da cogliere?
—Le qualità di Cerny mancano oggi alla rosa granata, ma due gravi infortuni al ginocchio restano un punto interrogativo, così come la sua reale competitività nei top 5 campionati. A 28 anni, il tempo per imporsi a livello più alto non è finito, ma il margine si assottiglia.
Il Torino potrebbe offrirgli il palcoscenico giusto, ma sarà fondamentale valutare attentamente condizione fisica e adattabilità al calcio italiano.
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