di Valentino Della Casa - Non solo il rinnovo di Ogbonna. Oltre al contratto di uno dei giocatori più importanti della rosa del Torino (oltre che, adesso possiamo certamente dirlo, uno dei più interessanti del panorama calcistico italiano), in casa granata restano ben noti altri due importanti punti interrogativi, riguardanti mister Ventura e il ds Petrachi. Se per il primo il rinnovo è legato “semplicemente” ai risultati, per il secondo il discorso diventa più articolato, con conseguenze importanti anche per il destino dello stesso mister in terra granata.Non è un mistero che Gianluca Petrachi e Giampiero Ventura viaggino su binari paralleli, e molto probabilmente potremo rivedere questa coppia in futuro. A Torino? Oltre che dai risultati, dipenderà anche dallo stesso Cairo. Petrachi, infatti, è ormai da tempo diventato il ds più longevo da quando l'imprenditore alessandrino è in sella alla società granata e, dopo il rinnovo fino al 2012 dell'inizio della scorsa stagione, aspetta la chiamata del presidente per iniziare a porre le basi per un ulteriore prolungamento del rapporto lavorativo.Con delle dovute garanzie, perchè, sul piatto, l'attuale direttore sportivo granata vorrebbe proporre a Cairo un progetto pluriennale basato sull'impostazione di una rete di osservatori qualificati (con D'Ottavio è stato fatto un passo avanti, ma ci vuole ben altro, qualitativamente e quantitativamente, per scovare talenti in Italia e all'estero) in grado di stilare rapporti in Sudamerica, Europa continentale e categorie inferiori italiane. Un discorso che richiederebbe una spesa -ma noi preferiamo chiamarlo investimento- da parte del presidente intorno ai duecentomila euro (cifre comunque ridotte rispetto ad altri club della massima categoria), oltre ad un budget sul mercato di qualche milione di euro. Inutile aggiungere una postilla: la permanenza di Petrachi si potrebbe discutere solo in caso di A, nella malauguratissima ipotesi di ennesimo fallimento sportivo, di rinnovo non si parlerebbe nemmeno.Ma cosa c'entra Ventura in tutto questo? Come dicevamo, il mister granata trova in Petrachi un grandissimo estimatore, tanto da non escludere a priori che, se il ds dovesse cambiare aria (il Bologna è nuovamente tornato sulle sue tracce) possa richiedere alla nuova società proprio di poter ancora una volta lavorare con l'allenatore genovese.Ipotesi che, attualmente, ci sentiamo di poter escludere, vista la fiducia fin qui riposta nell'ex dirigente del Pisa anche dopo la fallimentare scorsa stagione (dove trovare un solo colpevole, oggettivamente, sarebbe impossibile). Ad ogni modo, nei prossimi mesi (non giorni, né settimane), ci sarà un incontro proprio tra Cairo e Petrachi per discutere esclusivamente di questo tema. D'altra parte, ed è legittimo, lo stesso presidente vuole ancora prendere del tempo per capire le reali possibilità che il Torino avrà di centrare la promozione. Senza, però, tirare troppo la corda: Petrachi, infatti, potrebbe già aver quasi trovato un'altra sistemazione e, ancora peggio, Cairo nessuna alternativa reale. E andare in Serie A con una dirigenza ancora da definire sarebbe un suicidio sportivo senza mezzi termini. Un suicidio che, questa volta, proprio non si potrebbe perdonare.
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Torino, ora si cerca di programmare
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(Foto: M. Dreosti)
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