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Serie A, Rezza sulla ripresa: “Il rischio zero non c’è, nel calcio ci sono contatti”

Il prof. Giovanni Rezza, membro del Comitato Tecnico Scientifico che assiste il governo italiano

Le voci / Ecco le dichiarazioni di Giovanni Rezza, dirigente di ricerca dell'ISS, ha commentato così riguardo alla possibile ripartenza del calcio italiano

Redazione Toro News

"La situazione coronavirus pare esssere in miglioramento da alcuni giorni. Calano i contagi ed i decessi, aumentano i guariti ed i dati sono incoraggianti e la Serie A sembra indirizzata verso la ripartenza controllata, ma nonostante ciò le perplessità rimangono comunque molte.

"RIPARTIRE? - A riguardo, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità ha parlato stamattina in conferenza stampa, ribadendo concetti già espressi negli scorsi giorni. "Far ripartire il calcio è una decisione difficile, ma spetta alla politica. A me non mi sembra che ci siano le condizioni per il rischio zero" queste le parole di Rezza che il relazione alle misure di sicurezza ha detto: "Il distanziamento sociale mi sembra scarsamente applicabile. Dal punto di vista tecnico il calcio implica il contatto diretto e quindi controlli molto stretti su un numero di persone molto ampi". Un problema questo, che non riguarderebbe solo gli atleti. Attorno agli sportivi ed all'evento in sè, gravita infatti tutto un gruppo di professionisti, questa quindi la conclusione del dirigente dell'ISS: "L'assunto è che si gioca a porte chiuse, ma ci sono 22 giocatori in campo e intorno ci sono almeno 200 che stanno intorno. I controlli da fare dovrebbero essere a cadenze molte strette"

"PROTOCOLLO - Riguardo il protocollo recentemente presentato dalla FIGC, Rezza ha commentato: "Non ho letto il protocollo, non posso dare una opinione in merito, ho solo sentito parlare di un tampone ogni quattro giorni." Poi ancora, sulle conseguenze che il protocollo stesso implicherebbe: "I giocatori dovrebbero stare isolati rispetto alla comunità e alla famiglia, tutta una serie di norme per ridurre al minimo il rischio di contagio. In questo caso il distanziamento sociale mi sembra scarsamente applicabile, certo il rischio non è zero. Facendo una analisi dei costi e dei benefici si possono prendere decisioni, ma non sta a noi decidere".