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Toro, segui il “modello Catania” anche se…

Nel calcio moderno, trainato dai soldi, dai diritti televisivi e dalle sponsorizzazioni, si discute molto su quale possa essere (soprattutto per le squadre di fascia medio-bassa) la forma societaria migliore e le...

Federico Lanza

"Perché, ricordiamocelo, la partita di calcio non è altro che un prodotto economico, che rientra in quella enorme industria che è il calcio. Per questo motivo, le scelte economiche adottate rivestono e influenzano in maniera così profonda il calcio di oggi.

" Il sogno di qualsiasi tifoso di qualsiasi squadra è interagire con la propria squadra, deciderne le sorti e sentirsi parte in un unico grandissimo gruppo. Il Barcellona, attraverso la sua struttura di azionariato popolare, rappresenta l'esempio più lampante di quest'idea di calcio. I suoi 163.000 soci (!!), che pagano ciascuno dai 14 ai 136 € in base all'età, costituiscono il maggior azionariato popolare del mondo. Altre squadre in Spagna, Inghilterra e Germania hanno seguito questo esempio. Tuttavia, nel nostro paese, questa forma societaria, nella quale sono i tifosi-soci a mettere i soldi e a scegliere il presidente, fatica a prendere piede, anche se l'articolo18 della Costituzione favorisce e promuove il libero associazionismo. I tifosi italiani, sono quindi malinconicamente costretti ad osservare le dinamiche societarie della propria squadra attraverso un vetro. Il nostro campionato, comunque, offre almeno due spunti di riflessione, di cui uno è rappresentato dal Catania.

"Qual è il segreto del Catania, che da anni scrive pagine importanti di calcio italiano dando lustro al blasone dell'Elefante? Il suo presidente, Antonino Pulvirenti. Abile imprenditore, poliedrico nell'applicazione in diversi settori dell'economia della stessa filosofia del lavoro e dello sviluppo che ha saputo infondere nel suo Catania, acquistò la società etnea nel lontano 2004. Dall'essere sull'orlo del fallimento a diventare un modello di correttezza, di efficienza sul piano dei bilanci e delle dinamiche di equilibrio la strada è lunga. Ma il Catania è riuscito nella grande impresa, grazie soprattutto ad una fittissima rete di segnalatori e osservatori sparsi a quattro angoli del globo, con una concentrazione particolare in Argentina. Spolli, Bergessio, Lodi, Gomez, Barrientos (che Lo Monaco definì “il calcio”), Rolin, Castro sono solo alcuni degli ottimi giocatori che la dirigenza rossoblù è riuscita a pescare nel mercato argentino. Questo perfetto meccanismo, però, sembra esserci inceppato. In estate, il presidente ha ceduto al tintinnio dei soldi, vendendo sia Gomez (al Metalist, con un guadagno di 4 milioni) e Lodi. I due giocatori che guidarono gli etnei allo storico ottavo posto in campionato. Con i soldi ricavati da questa e altre cessioni, il presidente non ha saputo ri-finanziarizzare la squadra, ovvero comprare giocatori a poco prezzo per ricavarne una cospicua plusvalenza futura sulla vendita e così via. E i risultati in classifica si vedono: penultimo posto, solo due vittorie e ben sette sconfitte, che hanno fatto saltare la testa di Maran. Colpe, lui, ne ha poche: da un giorno all'altro si è trovato senza due giocatori chiave.

" Qual è, in sostanza, la questione? Giocare per diverso tempo ad alti livelli e poi trovarsi in questa situazione di, la chiamerei, debolezza oppure continuare il processo di crescita economica e calcistica e arrivare, nel giro di pochi anni, a risultati importanti? Questo modello di autofinanziarizzazione può essere la soluzione alla soffocante crisi? Fattostà che, quest'inizio di campionato deludente a parte, il Torino ha molto da imparare dal “modello Catania”. Efficienza, efficacia, programmazione a lungo termine, una rete funzionale di osservatori sforzi economici (vedi il centro sportivo di Torre del Grifo): questo servirebbe al Torino. Purtroppo, però, i soldi hanno potere anche sulle scelte più razionali.