Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

tor columnist Notti torride – Storia dei playoff 2005 parte 1

Culto

Notti torride – Storia dei playoff 2005 parte 1

Notti torride – Storia dei playoff 2005 parte 1 - immagine 1
Questa settimana Culto, la rubrica su Toro News di Francesco Bugnone, inizia una trilogia dedicata agli intensissimi playoff 2005. La prima puntata è dedicata alle ultime partite della stagione regolare e all'amaro esonero di Ezio Rossi
Francesco Bugnone
Francesco Bugnone Columnist 

A due giornate dalla fine la classifica del campionato di serie B 2004/2005 recita: Empoli 73, Genoa 72, Torino e Perugia 68. Il Treviso, quinto, dista cinque lunghezze. Da che mondo e mondo, a meno di improbabili scossoni, le promosse in serie A sarebbero già decise, ma dalla stagione precedente è cambiato tutto. Quella del 2003 è un’estate grottesca per il mondo cadetto. Tutto parte quando il Catania fa ricorso dopo l’1-1 contro il Siena reo di avere schierato Luigi Martinelli, che giocherà nel primo Toro dell’era Cairo segnando una rete fondamentale a Cesena, che aveva sì scontato un turno di squalifica in campionato, ma aveva disputato una partita da fuori quota in primavera. La norma è ambigua perché se da una parte l’articolo 17 comma 3 del Codice di Giustizia sportiva dice che la squalifica va scontata nella squadra e nel campionato in cui si è commessa l’infrazione, dall’altra il comma 13 recita che “la squalifica impedisce qualsiasi attività calcistica”. Parte una serie di ricorsi e controricorsi che vi risparmio con le venti partecipanti al campionato di B che si oppongono all’allargamento del campionato tanto da trovarsi a disertare, e di conseguenza perdere a tavolino, le gare dei gironi di Coppa Italia. Alla fine la soluzione è un’elefantiaca serie B a ventiquattro squadre con i ripescaggi delle retrocesse Catania, Salernitana e Genoa, mentre al posto del Cosenza, fallito, c’è la Fiorentina che, dopo aver vinto la C2, si ritrova a fare il doppio salto per meriti sportivi. Le promozioni saranno cinque, mentre la sesta di B andrà a fare lo spareggio con la terzultima di A. La massima serie dall’anno successivo passerà a venti squadre, la seconda serie a ventidue. Se la B a venti squadre prevedeva quattro promozioni, quella a ventidue ne offre solo tre così suddivise: le prime due classificate salgono direttamente in massima serie, mentre dalla terza alla sesta, a meno di un distacco fra terza e quarta superiore ai dieci punti, saranno i playoff a decidere chi sarà a conquistare l’ultimo posto utile per il Paradiso. Ecco perché invece di preparare la festa per la promozione che, con il vecchio formato, sarebbe pressoché sicura nel turno interno contro l’Albinoleffe, i musi sono lunghissimi visto che la promozione diretta sembra sfumata a Terni. Dopo aver battuto la Triestina con un rigore di Pinga a meno di 20’ dalla fine, il Toro si era portato a ridosso delle due battistrada sfruttando il pareggio a reti bianche dello scontro diretto e aveva mantenuto il più due sul Perugia quarto in classifica. Anche la terzultima giornata sembra interessante: il Toro fa visita a una Ternana con poco da chiedere e se il Genoa ospita il Catanzaro già retrocesso, Empoli e Perugia affrontano le poco agevoli trasferte di Treviso e Ascoli.

Il paradosso della nuova formula è che un campionato brillante come quello del Torino di Ezio Rossi rischia quasi di passare come negativo e infatti le critiche per il comportamento della squadra sono sicuramente eccessive. Nel match del “Liberati” il tecnico granata deve fare a meno di Quagliarella e, in extremis, Maniero. Col malconcio Marazzina che parte dalla panchina, in attacco via libera alla coppia inedita di cognomi che sembrano nomi (Bruno e Franco) e radioline bandite fra le riserve per evitare distrazioni come due giornate prima a Catanzaro dove, con la testa a ciò che accadeva sugli altri campi con Genoa ed Empoli in difficoltà, il Toro si fece beffare da un gran gol di Myrtaj buttando una vittoria fondamentale. A Terni il Toro passa in vantaggio all’ora di gioco con una frustata di testa di Sasà Bruno che, su cross di Pinga, anticipa l’ex Fattori e sigla il suo primo gol granata. Passano 7’ e Mario Frick pareggia, sempre di testa. In un finale nervosissimo c’è spazio per un gol misteriosamente annullato a Franco, per un paio di grosse occasioni mancate da Pinga e Marazzina e per l’espulsione di Ezio Rossi per proteste. Genoa, Empoli e Perugia vincono. Negli spogliatoi il mister ammette che adesso l’unico obiettivo è blindare il terzo posto che sarà fondamentale per i playoff visto che in caso di parità in semifinale e in finale passerà la squadra meglio piazzata. Ancora non sa che non sarà lui a disputarli, visto che di lì a un paio di giorni verrà esonerato, così come l’allenatore della Ternana Brini: caso più unico che raro di due tecnici sollevati dall’incaricato dopo essersi affrontati e senza avere perso. Rilette oggi le accuse mosse a Ezio Rossi fanno sorridere amaro (cito da La Stampa “ha dilapidato occasionissime a Catanzaro e Terni contro squadre quasi in vacanza, ha insistito su giocatori fuori forma (su tutti Mezzano e Marazzina), lasciandone altri tonici e scalpitanti in panchina (Mantovani, Mudingayi, Vailatti e Quagliarella)”), così come fa sorridere amaro leggere che Romero si trovasse in Federazione per perorare la restituzione dello scudetto del 1927 visto il disastro che sarebbe successo di lì a poco. La realtà purtroppo è crudele e così Ezio, un figlio del Fila, una delle persone più da Toro di sempre, deve lasciare la sua squadra quasi al traguardo. Dopo la voce (falsa) di un abboccamento con Zaccheroni e l’ipotesi di un ritorno di Camolese, è un altro Zac (Zaccarelli) a doversi rimettere la tuta e da direttore generale trasformarsi in allenatore. Ai tempi fui d’accordo con la scelta societaria, ma con l’età si diventa più saggi e credo che Ezio sarebbe dovuto rimanere. Il non aver potuto festeggiare ciò che verrà dopo sarà sempre un’ingiustizia. Per il resto non chiedetemi di decidere fra Rossi e Zaccarelli, perché è come chiedere a un bambino se vuole più bene a mamma o papà e non sono in grado di rispondere.

Ezio va via da signore con una nota elegante e intensa: “Oggi ogni parola è di troppo e rischierebbe di alimentare polemiche inutili di cui il Toro non ha bisogno. Un sincero augurio alla squadra affinché possa confermare nei playoff l'attuale posizione in classifica che porterebbe, dopo mesi di lavoro e sacrifici, alla serie A con immensa gioia dei suoi fantastici tifosi, di Cimminelli e mia”. “Zac” arriva deciso a non fare sconti e appianando qualsiasi gerarchia visto che, nel mini-torneo che il Toro si appresta a cominciare, c’è bisogno di tutti. L’inizio contro l’Albinoleffe, però, è da brividi lungo la schiena: dopo una trentina di secondi Rantier si ritrova solo davanti a Sorrentino e lo batte con freddezza. Pochi minuti dopo il portiere granata deve salvarsi con affanno su una conclusione velenosa di Colombo che avrebbe gettato i granata in un incubo. Invece al 16’ un erroraccio del portiere Acerbis permette a Quagliarella di rubargli palla e pareggiare. L’inaspettato regalo sblocca i granata che a fine tempo ribaltano il risultato col rientrante Conticchio che, su invito di Carbone, supera di testa il diretto avversario e insacca al volo in scivolata. Qualche minuto prima il tabellone del “Delle Alpi” aveva segnalato che il Genoa stava perdendo a Piacenza. Qualcuno inizia a credere addirittura nella promozione diretta. La ripresa vede un Toro giocare in tranquillità anche se la rete del 3-1 arriva solo nei minuti finali con Bruno. L’attenzione maggiore è rivolta alle notizie da Piacenza: il Genoa ribalta con Stellone e Marco Rossi mettendo le mani sulla promozione matematica, ma una punizione di Di Vicino a 4’ dal termine rimette tutto in gioco con una coda infinita di polemiche e veleno e una grossa rissa finale. Mentre l’Empoli festeggia la promozione matematica, il Toro si ritrova a meno due dai rossoblù e con una fievole speranza di agganciare ancora la A diretta. Se Cimminelli è arrabbiato per l’immancabile contestazione alla società, Zaccarelli elogia i tifosi per come sono stati vicini alla squadra anche dopo lo svantaggio lampo e tratta quasi come un fastidio lo spiraglio aperto per la promozione senza passare dagli spareggi. A Treviso bisogna comunque vincere per blindare il terzo posto, fondamentale per i playoff.

L’ultimo turno prevede che il Genoa ospiti il Venezia già retrocesso ed è un fiorire di paure, speranze e voci di premi a vincere per i lagunari. La squadra allenata da Andrea Manzo gioca con spirito più libero da quando è in C1, secondo il centravanti Guidoni, ma sembra davvero difficile pensare che non perda a Marassi contro Milito e compagni. Eppure il timore di non farcela è lì e verrà pagato caro, in tutti i sensi. Ci potrebbe essere addirittura un caso in cui, pur col Genoa non vincente, il Toro sarebbe ugualmente terzo: pareggio degli uomini di Cosmi, sconfitta dell’Empoli a Bari e mancato successo del Perugia a Bergamo. Con Empoli, Genoa e Toro a 74 sarebbe la differenza reti della classifica avulsa a penalizzare i granata. Meglio non pensarci. A Treviso i veneti, già qualificati ai playoff, fanno turnover ed è la terza rete consecutiva di Bruno, che incorna nel sacco un perfetto cross di Balzaretti a inizio secondo tempo, a valere tre punti e terzo posto, nonostante una prova non brillante. Nel frattempo a Marassi succede di tutto e per una manciata di minuti i granata si ritrovano addirittura in serie A: al vantaggio di Vicente rispondono Milito nel recupero del primo tempo e Marco Rossi a inizio ripresa, ma Lulù Oliveira, al 60’, sigla il 2-2 che fa sudare freddo il Grifone. Dura pochi minuti perché il “Principe” Milito sigla quasi subito la rete che vale vittoria e promozione. Di lì a qualche giorno un dirigente lagunare verrà fermato con una valigia con all’interno il contratto di vendita del calciatore Maldonado al Genoa e 250.000 euro, ma questa è un’altra (incredibile) storia. La coscienza è a posto, i giochi sono fatti. In semifinale al Toro toccherà l’Ascoli, al Perugia il Treviso. Inizia un nuovo torneo, iniziano momenti per cuori forti. Saranno notti torride.

                                                                                                                                       (Continua…)

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.