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Toro, un bel sorriso in mezzo a parecchi dubbi

Gargarismi / la rubrica di Domenico Catagnano

Domenico Catagnano

"La vittoria col Cagliari, paradossalmente, ci lascia più dubbi che certezze. Abbiamo segnato, abbiamo vinto, abbiamo provato con effetti positivi un nuovo modulo, abbiamo forse trovato il migliore tra gli acquisti-scommessa, abbiamo insomma giocato una partita ai livelli della scorsa stagione, ma c'è da dire che di fronte avevamo una squadra a pezzi. Insomma, senza nulla voler togliere ai ragazzi, la trasferta sarda non ha ancora tolto tutte le perplessità che hanno accompagnato la squadra in questo inizio stagione. Quella maggiore, spiace dirlo, viene dal portiere. L'autunno non fa proprio bene a Padelli, che anche l'anno scorso di questi tempi ne combinò di cotte e di crude. La convocazione in azzurro doveva dargli più fiducia nei propri mezzi, invece sembra che soffra lo scalpitante Gillet che col Bruges ha sfoderato una gran prestazione. Diamogli tempo, se lo merita, ma errori del genere con altre squadre ti compromettono una partita. 

"Dubbi, ora più di pirma, vengono ancora dall'attacco. Bene Quagliarella, bene anche averlo schierato praticamente da solo al centro del reparto offensivo, ma la rinuncia a una coppia gol è di fatto un riconoscimento implicito che là davanti siamo messi maluccio. Amauri è ancora lontano dalla forma migliore (almeno speriamo che sia così), Larrondo si commenta da solo, Martinez è ancora oggetto misterioso (da scoprire al più presto) e Barreto è out. Insomma, in prospettiva c'è poco da stare allegri.

"Il folto centrocampo con El Kaddouri (in grande spolvero) più avanzato ha funzionato, e probabilmente al momento questo è il migliore schema possibile, a patto che Bruno Peres e Sanchez Mino non si perdano per strada. Menzione d'onore per Gazzi, che l'anno scorso è stato in naftalina, ha rischiato di essere ceduto, ma che è pronto a riprendersi il suo ruolo, oscuro e prezioso, al centro del campo.

"Insomma, granata vincenti ma affettuosamente rimandati, più solidi e compatti di prima ma ancora senza una fisionomia ben delineata. La Fiorentina è l'avversario giusto per capire quanto realmente è cresciuto questo Toro.