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Il silenzio di un Capitano assente

Penna Capitale / Il pensiero del nostro Lorenzo Bonansea sul prolungato silenzio di Belotti

Lorenzo Bonansea

"In queste ore si sta dibattendo molto sull’utilità, sulla necessità, di sentire la voce del Gallo - dopo sei mesi di silenzio stampa. Tra opinioni differenti (e ci mancherebbe altro!) mi riesce difficile capire chi sostiene che le parole di Belotti andrebbero solo incontro agli interessi di noi giornalisti, piuttosto che in quelli comuni della piazza e del tifo. Proprio non lo capisco. Una piazza calda, con un forte senso di appartenenza come quella granata, come fa a non giudicare poco coraggiosa e deleteria - quasi nel 2018 - la scelta del Capitano di non assumersi le proprie responsabilità in un momento di crisi, davanti ai microfoni?

Chi pensa che la comunicazione con i tifosi (che avviene anche per mezzo della stampa) non sia importante, vuole mentire a se stesso. Ok, certo: prima di tutto, il Gallo deve “parlare" in campo. Giusto, sacrosanto: prima viene il terreno di gioco, e poi solo in un secondo momento la presa di posizione verbale. Ma quando si è capitano di una squadra, e si rappresenta il gruppo Toro, che lo si voglia o meno, si è portatori di un messaggio - e in un’epoca come questa, dove tutti hanno un’opinione e le voci grazie al web sono tantissime e tutte sullo stesso piano - una voce “ufficiale”, rappresentativa, che si erga più in alto delle altre e soprattutto che metta ordine - la voce del Capitano del Toro, insomma - farebbe enorme differenza.

"Il silenzio foraggia le critiche, i sospetti: “E se fosse scontento di essere rimasto? Perché non ci spiega cosa sta accadendo?”. Chiacchiere da bar, certo - ma chiacchiere che danneggiano prima di tutto il diretto interessato. Il silenzio - a questo punto - pare un rifiuto: il contrario di un atto di coraggio. Il silenzio è anche fuggire dai problemi e dalle responsabilità di un capitano, che tra tanti onori - ha anche degli oneri: quello di assumersi le proprie responsabilità quando le cose vanno bene, e quando vanno male. Rappresentare un gruppo, anche fuori dal campo. Non solo portare la fascia la domenica. Quindi, Gallo, se non te la senti di affrontare tutto questo - forse sarebbe meglio (e più utile anche a te) che tu consegnassi la fascia a qualcuno che in questo momento può essere il portavoce della squadra a tutto tondo. Qualcuno che in questo momento è nella condizione (anche psicologica) di assumersi delle responsabilità. Altri giocatori (e non solo più esperti) nei momenti di difficoltà si sono sostituiti a lui - e questo, sinceramente, non me lo sarei mai aspettato.

"Se nessuno si è sorpreso tra i colleghi nel vedere Emiliano Moretti scusarsi in zona mista post Torino-Sampdoria 2-2 per l’errore sul gol di Zapata, la coraggiosa scelta di Daniele Baselli dopo l’espulsione nella partita più sentita per l’Universo granata ha fatto piacere non solo a noi giornali, ma anche e soprattutto (e non si può negare il contrario) alle migliaia di tifosi granata, che vedendo un ragazzo di 25 anni chiedere scusa davanti ai microfoni per il suo errore in un DERBY hanno avuto a disposizione il giusto metro per misurare la grandezza fuori dal campo di un gesto e dell’uomo che lo compie. In questo caso, di un ragazzo spesso tacciato di “poca personalità”, che dice davanti alle telecamere: “Scusate, ho condizionato il derby”. “Chi se ne frega, il derby è comunque stato rovinato" qualcuno dirà: eh no, frega - perché tanti tifosi vogliono il sangue - e non c’è miglior modo di evitare una carneficina mediatica o sui social che riconoscere pubblicamente i propri errori.

"Ecco perché, probabilmente ingenuamente, mentre aspettavo che qualcuno si presentasse in zona mista post Torino-Chievo, per un attimo ho pensato: “vuoi vedere che questa volta il Capitano, dopo aver sbagliato un rigore e un gol facile, torna a parlare e a spiegare la situazione?”. In fondo, Belotti era stato in silenzio abbastanza a lungo. E invece no, un’altra volta il Capitano è stato superato in gerarchia dall’esperto Burdisso, che si è prestato alle nostre domande - che non sono nostre e basta, ma sono a disposizione di chiunque ami informarsi, su questa o su un’altra testata, sul Toro e su chi compone questa squadra, su chi la rappresenta e chi si fa carico di parlare alla stampa.

"A questo punto, una cattiva domanda (spero non retorica) necessariamente mi appare in testa: Gallo, hai paura che ti chiediamo se sei rimasto controvoglia? Se è questo il timore, basta mentire - e passare alla prossima domanda.