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Inter-Torino 4-2: l’analisi tattica del match analyst

Dario Biasiolo

 MILAN, ITALY - NOVEMBER 22: Alexis Sanchez of Inter Milan battles for possession with Lyanco of Torino during the Serie A match between FC Internazionale and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on November 22, 2020 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Vediamo ora ciò che ha caratterizzato la fase difensiva del Torino contro l’Inter e partirei da un commento di un lettore sull’analisi da me fatta contro il Crotone: “Tra tutti i vocaboli utilizzati nella interessante analisi, ne manca uno: furore. Lo stesso che è mancato al Toro in tutti i punti gettati via nelle partite precedenti. La tattica si descrive con la Grammatica. Il “furore” si esprime con il Cuore”. Nel mio lavoro di allenatore ho cercato di concretizzare le parole “Furore agonistico” attraverso due indicazioni: ogni qual volta un avversario è in possesso palla nella trequarti avversaria il giocatore che esce sul portatore deve arrivargli a 1 metro massimo 2. Questa distanza è l’unica che consenta al difensore di intercettare qualsiasi giocata avanti e di provare a sradicargli il pallone dai piedi, se fossero già 3 o 5 i metri l’avversario può puntare il difensore cercando il dribbling in velocità mentre da fermo è molto più difficile, inoltre a 3 mt di distanza l’avversario può alzare la testa e fare qualsiasi giocata, compreso il tiro.

L’altra indicazione è: ogni qual volta un avversario riceve palla schiena alla porta il giocatore che lo marca deve per prima cosa tentare l’anticipo diretto senza quindi neanche fargli arrivare la palla, o nel caso non ci fosse il tempo necessario perché il passaggio è veloce, la marcatura di schiena prevede che l’avversario in nessun modo si possa girare. Quindi l’1 contro 1 frontale difensivo e la marcatura di schiena sono gli indici del furore agonistico di un giocatore. Altri tre concetti sono importanti nella difesa e soprattutto nei centrocampisti, la marcatura tra le linee, il seguire l’avversario che si inserisce e fare una diagonale stretta per evitare le imbucate alle punte. L’Inter ha giocato con Lukaku e Sanchez centrali, Vidal dietro le punte, Gagliardini e Barella pronti per gli inserimenti centrali e larghi Young a sinistra e Hakimi a destra, tutti e due molto alti costringendo Ansaldi e Singo ad abbassarsi sulla linea dei difensori.

Tenuto conto che il marchio di fabbrica del gioco di Conte, come ho scritto nell’analisi di Atalanta-Inter, è l’imbucata a un centrocampista o a una punta e la giocata di prima per l’altra punta o per un esterno, il Toro non dovrebbe far partire l’imbucata se si sta a 1-2 metri, se parte andrebbe intercettata con la diagonale stretta, inoltre chi riceve l’imbucata è solitamente una punta che esce tra le linee cioè che va incontro ma il difensore dovrebbe anticiparla o comunque non farla girare. Minuto 3.19 si vede bene Linetty che in attesa di uscire su Barella si posiziona sulla linea di passaggio tra D’ambrosio e Lukaku ed evita l’imbucata, mentre al minuto 3.25 con palla a Gagliardini gli esce incontro Sanchez ma non può essere Rincon a prenderlo perché Rincon era appena uscito su Vidal e non ci arriva come distanza, dovrebbe quindi uscire Nkoulou, l’unico senza avversario da marcare, invece non esce e Sanchez si gira e manda Young. Ottimo invece al minuto 4.15 Nkoulou esce su Sanchez e lo anticipa, ottimo al 5.08 Bremer anticipa Lukaku, ottimo al 6.20 si vede bene come tutti i giocatori accorciano a 1 metro e a Bastoni non resta che il lungo linea dove Lyanco anticipa Young.

Invece al minuto 7.20 ancora Sanchez esce tra le linee, Nkoulou non lo marca, i tre centrocampisti del Toro sono più alti, Sanchez si gira e gioca su Vidal che manda Lukaku che per fortuna non tira, questo secondo me è un errore grave che si è ripetuto altre volte (vedi 14.20-16.45-26.20 e 26.40-31.03-42.23-47.40-48.22- 48.48-88.30). Ottima la fase difensiva al minuto 44.25, uscita sul portatore a un metro più marcature scalate con Rincon che si abbassa sulla linea difensiva a prendere Sanchez lasciato da Bremer che è dovuto uscire sull’esterno su Barella. In questa azione al minuto 27.25, si vede bene Rincon che non accorcia su Gagliardini il quale può imbucare su Lukaku e andare dentro e Linetty si perde l’inserimento di Gagliardini che può mettere palla in area. Nell’azione al minuto 55.55 si vede come una marcatura di schiena che non anticipa e un inserimento perso mettano in difficoltà consentendo una penetrazione in area molto pericolosa. Nell’azione del primo gol subito minuto 62.45 Rincon ha perso palla perché ha subito fallo ma Lyanco si è trovato nella situazione di uno contro due e ha fatto l’errore di uscire anziché temporeggiare, mentre Ansaldi è arrivato in ritardo su Lukaku. Altra situazione dove la difesa a volte sbaglia è quando l’avversario in possesso palla è in palla scoperta, cioè il giocatore del Torino è appunto a più di 2 metri, si dice palla scoperta cioè palla che può essere calciata lunga, in questo caso la difesa deve scappare dietro, se non scappa in tempo l’avversario si trova in porta (minuto 29.15-73.55-75.05).

In conclusione l’accorciare sul portatore di palla a uno-max due metri è mancato circa 15 volte quasi tutte nel secondo tempo, chiudere con la diagonale l’imbucata alla punta è successo circa 12 volte e su questo aspetto si può lavorare bene, la mancata marcatura sull’avversario che esce tra le linee è successo sei volte a Nkoulou, a Lyanco una volta e a Bremer nessuna, infine perdere l’avversario dopo che gioca palla avanti e si inserisce è successo 17 volte e anche questo aspetto non va bene. Contrariamente a quanto altri dicono secondo me la fase difensiva è buona, bisogna correggere la marcatura dell’uomo tra le linee soprattutto con Nkoulou e correggere le situazioni in cui bisogna seguire l’avversario che si inserisce ma in tutte le altre situazioni lavorano bene. Quello che è successo nel secondo tempo è più un problema nervoso, di poca serenità e consapevolezza dei propri mezzi.

Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.

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