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Torino-Udinese: l’analisi tattica del match analyst

L’analisi tattica / Torna la rubrica di Dario Biasiolo: ecco alcune indicazioni tecnico-tattiche provenienti dall’ultima gara disputata dai granata

Dario Biasiolo

TURIN, ITALY - DECEMBER 12: Andrea Belotti of Torino F.C.  is put under pressure by Samir of Udinese Calcio  during the Serie A match between Torino FC and Udinese Calcio at Stadio Olimpico di Torino on December 12, 2020 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

"Premessa importante: in questo momento delicato per la squadra, come già ho avuto modo di scrivere nell’ultima analisi, le mie considerazioni sono il risultato dello studio di ogni singola azione. In particolare analizzo più di un’azione al minuto, generalmente 110-120 a partita. Tengo quindi a precisare che i miei non vogliono essere commenti, ma descrizioni oggettive di quello che è accaduto.

Nella partita contro l’Udinese la percentuale delle azioni che hanno portato un giocatore nella zona offensiva (e non necessariamente che si sono concluse con un tiro) e di quelle azioni che hanno prodotto una fase difensiva efficace, nella quale dunque non si sono corsi particolari pericoli, è intorno al 20%. Nell’80% delle azioni il Torino ha commesso errori sia nella fase difensiva che in quella di costruzione e di finalizzazione.

Per quanto riguarda la fase difensiva, il problema principale è rappresentato dal fatto che le punte e i centrocampisti non si sono posizionati sulle linee di passaggio verticali. In questo modo molti palloni sono arrivati ai giocatori dell’Udinese tra le linee di difesa e centrocampo; i difensori granata non hanno mai provato l’anticipo, ma li hanno lasciati ricevere e in questo modo i friulani hanno potuto fare la giocata importante alle spalle della difesa. Si è riproposto poi l’errore di abbandonare l’avversario che si inserisce. Ed è mancata la cattiveria agonistica che si traduce nell’aggredire l’avversario in possesso palla a un metro - per non fargli alzare la testa e metterlo in difficoltà - e nel vincere i contrasti. Se l’avversario in possesso palla non ha un giocatore del Torino a un metro, può lanciare in avanti; in questi casi spesso la difesa non è scappata all’indietro ed è stata scavalcata, inoltre i centrocampisti hanno continuato a uscire sul portatore di palla quando alle spalle c’era un avversario smarcato e quindi sono stati saltati facilmente. Un report indica, per ogni giocatore, il numero di situazioni corrette e non, per le varie voci sopra descritte. Questo dato evidenzia che alcuni difensori commettono sempre lo stesso errore, mentre non sbagliano mai in altre situazioni; sarebbe fondamentale, quindi, svolgere allenamenti mirati e personalizzati per ruolo, ma soprattutto, per giocatore.

DI SEGUITO L'ANALISI DELLA FASE OFFENSIVA

Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.

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