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Serie A: commento alla 1.a giornata

Inizia un campionato più povero di campioni per le partenze di Ibra, Thiago Silva e Lavezzi per citare i più rappresentativi, con maggior attenzione ai bilanci e alla valorizzazione dei giovani pronti ad essere...

Nino Mancini

Inizia un campionato più povero di campioni per le partenze di Ibra, Thiago Silva e Lavezzi per citare i più rappresentativi, con maggior attenzione ai bilanci e alla valorizzazione dei giovani pronti ad essere protagonisti, Destro, Insigne ed Ogbonna su tutti.

Il risultato della Nazionale agli Europei dovrebbe segnare la strada anche per i club, meno parole e più fatti, ma il danno d’immagine al nostro calcio rimediata in Cina per la Supercoppa è un pessimo viatico al torneo, avvelenato anche dal calcio scommesse che arrivato al secondo grado di giudizio non riesce a mettere la parola fine per i continui tentativi di delegittimazione dei giudici; speriamo che con il passare delle giornate si torni a parlare di calcio giocato.

La prima giornata arriva a cavallo del preliminare di Champions ed Europa League, mai come quest’anno determinante anche per la classifica per nazioni che ci vede in caduta libera al quarto posto e con il serio rischio di perdere ancora una rappresentante nella coppa dalle grandi orecchie, così Guidolin nell’anticipo pomeridiano del sabato al Franchi per prepararsi al meglio al ritorno contro lo Sporting Braga lascia in panchina otto titolari e dopo un primo tempo sotto controllo ed in vantaggio si fa schiacciare dai viola anche grazie agli innesti di Al Hamdaoui e Quadrado, la doppietta di Jovetic regala la prima soddisfazione a Montella che però trova nelle statistiche del possesso palla e dei corner la conferma che la squadra sta assimilando la sua filosofia di gioco.

In serata dopo il nubifragio la Juve gioca solo per 20 minuti nella ripresa ma tanto basta a battere un Parma capace di un buon primo tempo più per incapacità bianconera che per abilità ducale, padroni di casa che sprecano anche un rigore segnalato dal giudice di porta dopo una dormita del guardialinee che non vede il fuorigioco di Lichsteiner, capace di finalizzare un regalo di Asamoah, migliore in campo, Mirante bravo ad ipnotizzare Vidal sul penalty pisola su una punizione di Pirlo regalando il secondo gol.

Nel pomeriggio il Milan low cost prende subito coscienza delle difficoltà del torneo sbattendo contro il buon centrocampo doriano ed incassando il gol del ko su corner, nulla di grave se non la carenza di personalità a cui Galliani più che Allegri dovrà porre rimedio entro venerdì; in serata il resto del programma dove spiccano le vittorie di Inter e Napoli.

I nerazzurri chiudono la pratica Pescara nel primo tempo con Milito e Snejider mentre gli azzurri sbancano il Barbera con tre gol di pregevole fattura ed un gioco a tratti veramente piacevole; entrambe le formazioni sembrano poter giocarsela con la Juve per la vittoria finale.

All’Olimpico esordio di Zeman e solito spettacolo con la difesa da rivedere sui tagli catanesi mentre buone trame offensive impreziosite dalla perla di Osvaldo, pareggio meritato dai giallorossi che hanno dovuto inseguire due volte anche a causa di svarioni dei guardalinee; vincono i cugini biancazzurri sul campo dell’Atalanta grazie al profeta Hernanes e al redivivo Klose, con Petkovic più sereno dopo un pre campionato disastroso, da rivedere la prestazione degli orobici apparsi ancora in ritardo di condizione.

Il solito Pellissier toglie le castagne dal fuoco a Mimmo Di Carlo in una partita non indimenticabile contro un Bologna poco incisivo in avanti e rimasto in inferiorità numerica per l’espulsione del recidivo Perez; bella partita al Ferraris con il Genoa che ha la meglio sul Cagliari nonostante un rigore sbagliato da Jorqueira e diverse occasioni da gol divorate dai ragazzi di De Canio.

Di Toro e del Toro trattiamo ampiamente con tutti gli approfondimenti dei nostri inviati a Siena.

(Foto Dreosti)