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Serie A: commento alla 6.a giornata

Gli anticipi del sabato hanno confermato il momento no del Milan anche a Parma, nonostante la vena realizzativa del faraone la squadra è troppo prevedibile e sembra avviata ad un campionato di seconda fascia; in serata la Juve lascia...

Nino Mancini

Gli anticipi del sabato hanno confermato il momento no del Milan anche a Parma, nonostante la vena realizzativa del faraone la squadra è troppo prevedibile e sembra avviata ad un campionato di seconda fascia; in serata la Juve lascia alla Roma i primi 5 minuti, dopo la spiana nel gioco e nelle occasioni da rete vincendo di goleada; troppo fragile la fase difensiva di Zeman con gli avversari che hanno oramai imparato come perforarla, il centrocampo ha nel giovane Florenzi un elemento di sicura prospettiva ma ho come l’impressione che il gioco del boemo sia inadatto alla massima serie, i bianconeri mandano in gol nove giocatori nelle prime sei giornate e si riscattano anche nel gioco dopo l’opaca prestazione di Firenze, resta da vedere quanto la Champions assorbirà energie nervose e fisiche alla corsa scudetto.

A Marassi il Napoli aggancia al vertice la Juve dopo una partita che ha visto molte botte, cartellini e proteste e poco spettacolo, su una delle poche giocate di classe di Hamsik è arrivato il penalty che ha deciso la gara con i doriani in dieci; ritorna alla vittoria anche la Lazio che all’Olimpico batte un Siena che per alcuni tratti di gara ha provato ad impensierire Marchetti, Klose rimane l’uomo in più di Petkovic anche quando non segna.

Narrato compiutamente della larga vittoria granata a Bergamo registriamo il mal di trasferta del Catania che viene battuto anche a Bologna, i ragazzi di Maran risentono dell’assenza di Spolli in difesa ma anche a centrocampo ed in attacco sono parsi meno incisivi del solito; brutta sconfitta casalinga del Cagliari che si fa sorprendere dal Pescara con Ficcadenti che rischia la panchina, all’ora di pranzo deludente pareggio a reti bianche tra un’Udinese dilaniata dal litigio tra Guidolin e Di Natale ed il Genoa che è ancora un’incompiuta nel gioco.

Il Palermo ritrova Miccoli, vera bestia nera del Chievo a cui aveva già rifilato tre reti nel passato torneo, con un gol alla Maradona impreziosisce una partita da incorniciare ed allontana Zamparini e Gasperini dal fondo della classifica; nel posticipo domenicale di San Siro grande spettacolo con i viola che hanno confermato il gioco piacevole esibito da inizio torneo e l’Inter brava a colpire di rimessa, Milito sembra tornato all’anno del triplete ben assistito dal talento puro di Cassano, vince Stramaccioni ma Montella sembra avere una proposta di gioco migliore e destinata a cogliere molte soddisfazioni sul campo, oltre ai complimenti che fanno piacere ma non classifica.

Nino Mancini