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Si doveva rimanere là

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Nuovo appuntamento con "RisorgimenToro", la rubrica su ToroNews di Massimiliano Romiti: "Dedico questo articolo alla prima vittoria italiana a Wimbledon e ai granata appassionati di tennis"
Massimiliano Romiti
Massimiliano Romiti Columnist 

Dedico questo articolo alla prima vittoria italiana a Wimbledon e ai granata appassionati di tennis. Erano 5 anni che l'amico e collega Alberto Guidoni mi invitava ad andare a Wimbledon con lui. Nessun dispendioso pacchetto turistico però. Voli economici e poi si va a fare la coda. La coda? "The queue". Neppure sapevo che esistesse questa cosa. Un fantastico rito inglese di partecipazione popolare forse al più importante evento sportivo d'oltremanica. Bellissimo. Posti riservati e venduti solo ai temerari disposti ad adattarsi ed accamparsi in tenda e passare la notte, esposti alle intemperie (e piove spesso) nell'attesa di mettersi al mattino in coda per entrare nel tempio del tennis mondiale a prezzi ragionevoli (io per 2 ingressi sui campi secondari tra il secondo e il terzo turno, vedendo Sonego ed Errani-Vavassori, ho speso 60 sterline in tutto e per la giornata sul centrale si sarebbe pagato 160 o 200 sterline a seconda dei giorni).

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Migliaia di persone che bivaccano sull'erba di un parco per attendere di vedere la più celebre erba del mondo. Beh. We have done it. L'abbiamo fatto. 4 adulti e due ragazzi (entusiasti). Siamo partiti da Torino e sbarcati in Inghilterra. E quindi una volta arrivati, montata la tenda, passata la notte, smontata la tenda, lasciato il bagaglio, fatta la mitica coda, si è finalmente raggiunto il ticket office. E lì, incredulo, il bigliettaio inglese, si è visto chiedere non il tagliando per vedere il futuro campione Sinner sul centrale, protagonista quel giorno di una partita scontata, ma quello per vedere invece Sonego-Nagashima su un campo secondario. Beh, il nostro Lorenzo ci ha regalato probabilmente il più combattuto e comunque il più lungo (oltre 5 ore) match dei Campionati.


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Anche a Wimbledon infatti al cuore (granata) non si comanda. E abbiamo portato bene. Il tennista granata ha vinto una straordinaria partita mentre le telecamere di Sky hanno inquadrato ripetutamente in particolare 2 figure, di tutto granata vestite, sostenere game dopo game Lorenzo fino a un grande successo. Mi ricorderò per sempre di questa partita dove Sonny ha dato il massimo e anche noi con lui, avendolo vicinissimo a noi per tutto il match. Poi si è dovuto partire ma gli amici granata tutti (che si erano fatti vivi con mille messaggi nel vederci in TV) avevano ancora una volta potuto apprezzare, anche sul prato di Wimbledon, l'ennesima evidenza di una passione grande che abbraccia tutto, anche il tennis. E così  a me e ai miei compagni granata, in trasferta sull'erba inglese della racchetta, è rimasto un rimpianto. Non dovevamo andarcene... Abbiamo lasciato solo Lorenzo con Shelton. Se ci fossimo stati, ce l'avrebbe fatta, non sarebbe finita come in Australia. Poi con Sinner magari no, però con Shelton... Avevamo visto troppo bene l'energia che scorreva tra noi tifosi (granata) e lui atleta... È stato troppo bello. Non dovevamo andarcene. E poi c'è stato anche il trionfo di Sinner sul centrale. Non dovevamo proprio andarcene da Londra. Viva tutto lo sport e viva il Toro!

Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.