Good Vibrations


LASCIARCI LE PENNE
Tratteniamo con le unghie le vibrazioni granata
The Beach Boys
1966 Capitol Records
L'undici giugno scorso se n'è andato Brian Wilson, fondatore e visionario leader dei Beach Boys, alfieri del pop e del rock psichedelico.
I Beach Boys hanno rivoluzionato la musica, hanno cambiato le carte in tavola, hanno travolto il mondo con canzoni mai sentite prima e grandi voci, arrangiamenti innovativi e armonizzazioni impareggiabili: da loro sono derivati tanti miti successivi che hanno tratto ispirazione ed evoluto l'insegnamento dei ragazzi di Hawthorne, città della contea di Los Angeles destinata a diventare capitale del Mondo delle sette note, prima di passare lo scettro a Liverpool.
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La bandiera di Wilson è Good Vibrations, brano all'apparenza semplice, ma di enorme complessità, nato dall'unione di molteplici sezioni musicali, generatrici di sensazioni impalpabili e stranianti non dissimili da quelle che percorrono Strawberry Fields Forever, I Am the Walrus o A Day in the Life, uscite l'anno successivo. Influenze reciproche, si dice: di Rubber Soul su Wilson e dei Beach Boys sui Beatles. Psichedelia imperante, flusso musicale tra sogno e alienazione in cui non si capisce da quale delle molte sollecitazioni sonore arrivi la melodia che ti tiene per mano.
"Sto raccogliendo buone vibrazioni", cantavano i Beach Boys: beati loro, viene da rispondere, pensando a quelle che una volta raggiungevano noi tifosi granata, appuntamenti irrinunciabili nel corso dell'anno calcistico e che adesso sembrano spente, come una fiamma ridotta e appena percettibile tra le ceneri di un grande fuoco.
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La più violenta good vibration era quella che stringeva lo stomaco nella settimana precedente il derby: non vedevi l'ora che passassero, quei giorni che separavano dal fischio d'inizio, per poterti immergere nell'apnea di novanta minuti che forse ti avrebbero regalato la gioia, ma che sapevano sempre e comunque di battaglia, emozione e speranza.
Quel tipo di vibrazioni adesso si fa fatica a sentirle: vivono nelle illusioni dell'estate, quando il gioco si fa ipotesi ed è lecito sognare. Poi si affievoliscono a campionato in corso.
Vorrei che rinascessero, ma rimangono una prospettiva indefinita, quasi un augurio che di anno in anno perde senso.
"Devo mantenere quelle buone vibrazioni", dice un passaggio della canzone e potrebbe essere questa la missione attuale per noi tifosi del Toro: mantenere le vibrazioni granata, trattenerle con le unghie e con i denti e tramandarle nella certezza che il vento dovrà pur cambiare, prima o poi.
Riascolto la canzone e penso alla finezza artistica di Brian Wilson, enfant prodige parzialmente sordo da un orecchio e tenacissimo sperimentatore musicale, non immune dalle batoste della vita che a molti toccano, ma che sembrano accanirsi con più gusto e con risultati insuperabili proprio sui grandi talenti. La sua esistenza fu infatti costellata da un vasto spettro di disgrazie: dipendenze, eccessi, depressione, manie, fino alla demenza senile degli ultimi anni.
Ora me lo immagino felice, immerso nelle Good Vibrations a vibrare nella risonanza perfetta, da lui evidentemente già intuita su questa terra nel dono che fu per tutti noi.
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Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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