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Torino, niente più ipoteche: lo stadio può portare ad una nuova alba granata

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Con la caduta dell'ipoteca che gravava dal 2005 sul Grande Torino si aprono nuovi scenari e opportunità per il futuro
Alberto Girardi

Dal 3 luglio 2025 cadrà l’ipoteca di 38 milioni di euro che gravava sullo Stadio Olimpico Grande Torino. Un traguardo raggiungo grazie al lavoro del sindaco Stefano Lo Russo, che aveva presentato all'agenzia delle entrate la richiesta di non rinnovare l'iscrizione ipotecaria ed ora il comune può ragionare sul futuro dell'impianto senza alcun peso finanziario. Se il sindaco, dunque, non avesse trovato l'accordo l'ipoteca si sarebbe automaticamente rinnovata sino al 2045 impedendo qualsiasi svolta per il Torino

I possibili scenari

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Lo stadio Olimpico Grande Torino è ora formalmente libero visto che l'ipoteca non ha più alcuna efficacia. Si aprono dunque nuovi scenari, non solo più la possibilità di affitto pluriennale al club granata, ma anche la possibilità di vendita dell'impianto. Prima si procederà con una perizia (affidata all’advisor Praxi) per definire il valore reale della struttura, con la risposta ufficiale che arriverà ad inizio autunno, dopodiché sarà avviata una manifestazione pubblica d’interesse. In questo senso chi vorrà acquistare lo stadio potrà agire, che sia Cairo con il Torino o che si tratti di un altra proprietà, che aprirebbe sia una trattativa per lo Stadio, che una per acquistare il club. Intanto Urbano Cairo ha ricevuto un’ulteriore proroga fino al dicembre 2026 della concessione d’uso e non ha fretta di agire, soprattuto ora che il focus della società e sul calcio mercato.

Il futuro dello Stadio

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In qualsiasi caso si aprirà una nuova era e il Torino potrebbe iniziare a guardare avanti. Da una semplice concessione si passa ora a scenari più complessi e nuove opportunità, come ad esempio uno sviluppo commerciale legato all'impianto. Tolto il peso di questo macigno il Torino può davvero diventare il proprietario strutturale e ambire a nuovi orizzonti. Il tempo delle scuse è finito e lo stadio non è più un limite, ma deve diventare una leva per slanciarsi più in alto.