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”Attorno al Grande Torino c’è magia”

Il Grande Torino protagonista nella puntato di oggi di "Dalla parte del Toro". Ospiti odierni, infatti, Flavio Pieranni e Giampiero Zullo, due degli autori di "Curiositoro", libro che raccoglie diversi annedoti riguardanti la squadra...

Redazione Toro News

Il Grande Torino protagonista nella puntato di oggi di "Dalla parte del Toro". Ospiti odierni, infatti, Flavio Pieranni e Giampiero Zullo, due degli autori di "Curiositoro", libro che raccoglie diversi annedoti riguardanti la squadra granata.

''L'idea di fare questo libro è nata nella sale del museo del Grande Torino - ha spiegato Giampiero Zullo - entrambi siamo soci dell'associazione storica Memoria Granata e volontari del museo. Nei nostri giri nel museo facevamo questo giochi di citare tutti i luoghi, strade, stadi dove c'è testimonianza del Toro. Abbiamo inoltre voluto concentrarci sul Grande Torino. Il libro è composto da vari capitoli, ognuno dedicato ad uno degl Invicinbili, in cui raccontiamo annedoti della loro vita, che magari la gente, i tifosi non sanno. Abbiamo avuto poi la supervisione della signora Carla Maroso, che ci ha dato un grande contributo. Inoltre dobbiamo ringraziare anche Max Piredda che si è occuato delle vignette all'interno del libro".

''Abbiamo cercato di parlare dell'aspetto umano di queste persone - ha continuato Flavio Pieranni - personalemento, pur non avendo mai visto giocare quella squadra, mi emoziono a leggere delle loro gesta. A più di 60 anni dalla scomparsa c'è ancora magia nel ricordare il Grande Torino. Il libro è abbastanza allegro, anche se c'è un capitolo più triste dove si ricordano tutte le tragedie che hanno colpito il Toro. Alla fine il libro si chiude con molti soprannomi dei calciatori granata: dal "Bimbo" Lazarevic a "Barone" Gabetto, passando per "Faccio d'Angelo" Rosato.". Pieranni ha poi raccontato un annedoto sul capitano del Grande Torino. "Valentino Mazzola abitava in via Torriccelli, sopra un oratorio. Quando il Toro giocava in casa lui la domenica andava a messa alle 7.30. Finita la messa i ragazzini iniziavano a giocare nel campetto e lui, insieme e Ballarin che abitava nello stesso palazzo, si fermva a chiedere quanto facevano e guardarli".

Facendo un salto temporale, e arrivando al Toro di oggi, entrambi gli ospiti hanno la stessa linea di pensiero. "Bisogna tenere lo zoccolo duro di quest'anno, perché questo è un bel gruppo. Sono da tenere i giocatori che hanno capito cos'è il Toro e ci tengono, come ad esmepio Bianchi. A parte essere un ragazzo d'oro, Rolando ha capito veramente cosa vuol dire essere del Toro. Prima di leggere i nomi sulla lapide ha chiesto di viisitare il museo del Grande Torino perché voleva capire meglio la storia di quei ragazzi. Ricordiamo anche che dopo un anno di B, un altro sarebbe andato via, lui invece è rimasto".