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Il mio primo Brasile granata

di Roberto Cannavò

Ovviamente non mi sono lasciato scappare l’occasione di “seminare” su questo terreno fertile e ho convertito alla fede...

Ermanno Eandi

"di Roberto Cannavò

"Ovviamente non mi sono lasciato scappare l’occasione di “seminare” su questo terreno fertile e ho convertito alla fede granata quasi tutti i miei nuovi amici carioca! Fra le altre cose gli ho tradotto in portoghese tutti i cori della Maratona, che cantavamo sempre durante le nostre scorribande notturne!

"Visitando la sede del Fluminense (a proposito si dice il Fluminense e non la Fluminense come molti credono) che é anche la squadra della comunità italiana di Rio de Janeiro (ho visitato pure le sedi delle altre 3 grandi del futebol carioca Botafogo, Flamengo e ovviamente il mio Vasco Da Gama), ho trovato nella sala dei trofei una foto degli Invincibili, cosa che mi ha inorgoglito moltissimo!

"Quando ho incontrato il grandissimo Leo Junior, che avevo contattato via e-mail appena arrivato in Brasile, e lui si é dimostrato ancora una volta un grande, prima di tutto come persona. E' stato gentilissimo e disponibilissimo e mi ha invitato un sabato pomeriggio a bere e suonare la pagode (un tipo di samba tradizionale) assieme a lui e ai suoi amici alla loro tavolata di fronte al barzinho di Copacabana, dove si riuniscono ogni sabato. Un'esperienza veramente indimenticabile condita con qualche sfottò di Leo dato che gli avevo detto che in Brasile tifo per il Vasco ed essendo ovviamente lui uno dei più grandi miti del nostro rivale storico Flamengo mi ha preso bonariamente in giro, perchè avevamo appena perso il primo dei due derby di Finale di Coppa del Brasile, poi vinta dai suoi rubro-negros per 2-0 e 0-1. Un'altra bellissima esperienza (risultato a parte ovviamente) che ho vissuto dal vivo nel box privato del Maracanã dove mi avevano invitato gli organizzatori della mostra sulla storia dei Mondiali.

"Fra l’altro ho avuto la conferma (ma non avevo alcun dubbio) che Leo ha sempre il Toro nel cuore, dato che ha adornato il suo tamburo con un suo adesivo di quando giocava con noi, per non parlare del fatto che gli ha fatto molto piacere autografarmi la sua maglia indossata del 1984/85 (che è stata anche la prima in assoluto della mia collezione dato che ce l’ho dal 1985) che mi ero portato apposta dall’Italia per questa occasione.

"Infine nel mio ultimo giorno a Rio prima di ritornare in Italia ho adempiuto a una promessa che avevo fatto agli Invincibili 16 anni prima, da quando nell’estate 1990 Gianni Brera mi regalò la cosa più preziosa che posseggo, la maglia del Grande Torino 1948/49 indossata dal Capitano che, a sua volta, gliel’aveva donata alcuni mesi prima di Superga. Quindi me la sono portata apposta per fare questa cosa e durante la mia visita al Maracanã ho finalmente adempiuto alla mia promessa e ho steso la maglia sul prato del tempio del calcio mondiale per mostrare agli Invincibili lo stadio dove non hanno potuto giocare (e probabilmente vincere) i Mondiali del 1950.

"E insomma anche grazie a questi momenti granata (e a molte altre cose ovviamente) il Brasile mi é entrato ancora più nel cuore e quindi ho deciso di cambiare vita e trasferirmi in questo meraviglioso paese (cosa che farò nei prossimi mesi), ma questa è un’altra storia …