Maledetto Muller! Meno male che poi il tuo Brasile uscì presto per mano dell’Argentina di Maradona e Caniggia. Maledetto Muller! Che arrivasti al Toro nell’estate di due anni prima, con quello strano soprannome da crucco, tu che ti chiamavi Luis Correa ed eri riccio e scuro di pelle. Maledetto Muller! Tu e quella quella “gran gnocca” della tua fidanzata, poi moglie, Jussara Mendez, modella o ballerina o attricetta o non so che non amava l’Italia e la fredda Torino e che spesso scappava in Brasile. Maledetto Muller che la seguivi con la mente e con il corpo saltando gli allenamenti e preferendo le notti brave in discoteca ai ritiri e al salotto della tua bella casa in collina. Maledetto Muller! Che andasti in Brasile nelle vacanze di Natale dell’88 e decidesti di non tornare in tempo per la partita del 31 dicembre. D’altronde a Torino si gelava, il Capodanno era meglio passarlo in Brasile e quella partita famosa era soltanto il derby. Maledetto Muller! Che sbagliasti il rigore decisivo nella partita con l’Ascoli alla quartultima di campionato: se l’avessi buttata dentro quell’anno non saremmo scesi in B, non saresti sceso in B! Maledetto Muller, perché Borsano non ti cedette alla Giuve che ti avrebbe pagato a peso d’oro nell’estate del 1989! Maledetto Muller, perché, malgrado tutto, quando non pensavi a tua moglie, insomma quando ti girava di farlo, sapevi giocare eccome! Ci deliziasti con dei tocchi sopraffini. Facesti comunque 26 gol in 75 partite, di cui alcuni meravigliosi come la doppietta alla Roma nell’aprile del 1989. Maledetto Muller, perché quando Borsano decise infine, complice Mondonico, di lasciarti partire e tornare nella tua San Paolo dimostrasti ancora una volta di essere un giocatore vero: vincesti due Coppe Intercontinentali consecutive, segnando peraltro il gol decisivo nella finale del 1993 vinta per 3 a 2 contro il Milan. Per fortuna ti lasciasti presto con Jussara. Ti risposasti con la giovanissima Miriam. Continuasti a giocare nel San Paolo, per poi passare al Palmeiras, al Santos, al Cruzeiro e al Corinthias: insomma tutto il meglio del futbol brasileiro. Tornasti anche per qualche mese in Italia, nel Perugia, ma pochi se ne ricordano.Cosa fai ora, maledetto Muller? Mi dicono che sei opinionista per una tv brasiliana che trasmette tra l’altro le partite del campionato italiano. Mi dicono che hai ritrovato la fede, che sei pastore di una chiesa evangelica di San Paolo e che celebri vivaci messe cantando e esaltando il nome di Dio.Chissà se, tra una telecronaca, una preghiera, un canto religioso ti ricordi ancora di noi. Dei nostri cori. Dei nostri canti. Del nostro affetto. Maledetto, benedetto Muller!
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)