Quel mattino di primavera del 1975, la maestra della terza B decise che il titolo del tema da svolgere sarebbe stato “Quali sono i tre desideri che vorresti vedere esauditi?”.Bella domanda pensai, certo che se mamma e papà mi comprassero il Subbuteo sarebbe una gran cosa, oppure se la biondina della terza A mi degnasse di uno sguardo la mia autostima verrebbe gratificata non poco.Ma in fondo i miei veri desideri sono altri. Allora al lavoro, cerchiamo di guadagnarci un bel voto e mettiamo ordine a questi benedetti desideri. Facciamo così, collochiamo i desideri in ordine di probabilità, ossia i primi due sono i più plausibili il terzo quello più inverosimile.Desiderio numero uno.Da grande vorrei scrivere di sport, magari di calcio visto che è il mio sport preferito, ma il massimo sarebbe scrivere e narrare le gesta della squadra del mio cuore: il TORO! Che bello sarebbe raccontare le prodezze del mio giocatore preferito, Paolino Pulici detto Puliciclone, una sorta di supereroe che abbatte le difese avversarie come fossero birilli, mio papà dice che grazie a lui e ad i suoi compagni, forse un giorno, il Toro potrà rivincere lo scudetto, emulando così gli Eroi Invincibili che riposano a Superga. Tra gli altri meriti di Pulici, bisogna menzionare quello che al solo nominarlo, i compagni di scuola juventini (gobbi li chiamo io) cominciano a tremare preoccupandosi per il prossimo derby, quando come sempre, Paolino segnerà loro due gol, dopo che all’entrata in campo si sarà pulito le scarpe sulla loro bandiera strisciata, a mo’ di zerbino.Desidero numero due.Vorrei essere un calciatore, vi lascio indovinare per quale squadra giocherei. Toro contro gobbi, mancano pochi minuti alla fine della partita ed il risultato è inchiodato sullo zero a zero. Il Mister decide di farmi esordire. Sono emozionato, mi tremano le gambe, ma il mio sguardo si posa sulla curva Maratona che trasuda calore immersa nel suo meraviglioso color granata. Il tifo dei miei fratelli mi carica di energia, sento che posso regalare a tutti i tifosi del Toro e a me stesso una gioia immensa. Sta per scoccare il novantesimo, quando un mio compagno arriva quasi sulla linea di fondo e riesce a crossare un pallone al centro dell’area di rigore.Raccolgo tutte le mie forze e salto il più in alto possibile, riesco a colpire il pallone con la fronte, ed un millesimo di secondo dopo sento un fruscio flebile, che ricorda il frullare d’ali di un passero, alzo gli occhi e vedo il pallone strusciare a fianco della rete a fil di palo, andandosi ad addormentare in fondo alla porta del portiere gobbo, che mi guarda impotente e disperato. Pazzo di gioia corro verso la Maratona che nel frattempo è esplosa in un boato pazzesco, i miei compagni cercano di abbracciarmi, ma non riescono a fermarmi, urlando con tutta la voce che ho in corpo e con gli occhi fuori dalle orbite abbraccio virtualmente tutti i tifosi del Toro. Tornato in me, mentre ritorno a centrocampo cerco sugli spalti lo sguardo dei miei genitori, riesco ad intravederli, intenti ad applaudirmi, e sulle loro guance scorgo un riflesso chiaro che ricorda una lacrima di gioia. Non c’è più tempo di riprendere il gioco perché l’arbitro decide che la partita è finita, il Toro ha battuto i gobbi ed il gol l’ho segnato io.Esisterà a questo mondo qualcosa di più bello?Desidero numero tre.In realtà esiste qualcosa di più bello, ma anche un bambino di otto anni sa che questo è un desiderio assolutamente irrealizzabile; vale a dire, vedere i gobbi retrocessi in serie B condannati per tutti i furti perpetuati nei secoli. Certo la serie B non sarebbe una pena adeguata, si dovrebbe retrocederli in serie Z, ma già solo immaginarli in serie B è la cosa più bella che un bambino di terza elementare, tifoso del Toro, può immaginare. Quel bambino di terza elementare ero io. Oggi sono un bambino di 45 anni, sposato e padre di un bimbo di due anni e mezzo. Quel tema mi consentì di ottenere un buon voto, ma vediamo se i tre desideri a quasi quarant’anni di distanza si sono realizzati.Desiderio numero uno.Non ho mai scritto nè di sport, nè di calcio, nè tantomeno di Toro, sebbene continui a sentire il desiderio di raccontare e condividere con altri fratelli questa passione e questo amore verso la maglia granata. Dopo il diploma ho iniziato a lavorare in fabbrica, e sono passati ormai più di 27 anni.Desiderio numero due.Non ho mai giocato nel Toro, per un motivo molto semplice, sono dotato di un paio di piedi che col pallone non riescono in nessun modo a dialogare. Quindi amen!Desiderio numero tre.Chi l’avrebbe mai detto, il più incredibile, assurdo, irrealizzabile dei tre desideri si è materializzato nell’estate 2006. Il giorno in cui i gobbi debuttarono in quel di Rimini, ero tutto solo davanti al TV e nel momento esatto in cui iniziò la partita, stappai una bottiglia di spumante e mi gustai una torta alla crema, festeggiando così questo avvenimento storico. Non so il perché, ma credo che quella torta sia stata la cosa in assoluto più dolce che abbia assaporato in tutta la mia vita.Questo ed altri aneddoti vorrei raccontare a tutti quanti i tifosi del Toro, perche credo che tutti questi sogni, queste speranze questi ricordi siano in parte comuni a tutti quanti noi che abbiamo il granata nel cuore: FORZA TORO!
mondo granata
Quel giorno a Rimini nel 2006…
Quel mattino di primavera del 1975, la maestra della terza B decise che il titolo del tema da svolgere sarebbe stato “Quali sono i tre...© RIPRODUZIONE RISERVATA
Quel mattino di primavera del 1975, la maestra della terza B decise che il titolo del tema da svolgere sarebbe stato “Quali sono i tre...
© RIPRODUZIONE RISERVATA