di Guido Regis
mondo granata
Su Toro-Udinese (una immeritata sconfitta-meritata)
di Guido Regis
Sono al cospetto di una stupenda nevicata di inizio primavera, che mi impedisce di godere del meraviglioso ed imponente spettacolo del Monte Bianco e di andare a sciare in quel di La Thuile ( a...
Sono al cospetto di una stupenda nevicata di inizio primavera, che mi impedisce di godere del meraviglioso ed imponente spettacolo del Monte Bianco e di andare a sciare in quel di La Thuile ( a “Courma” non ci vado perché ci sono troppi “bauscia”).
Comunque promette bene per i prossimi giorni; al limite si va nell’incantevole Valle d’Arpy recentemente decantata da Bocca su un settimanale quasi serio, ad esercitarci nello sci di fondo.
Nell’attesa decido di fare una pausa, interrompendo la stesura di un articolo scientifico ove descrivo l’esperienza maturata in dieci anni con alcuni validi colleghi e fratelli del toro club, nel trattare in modo poco cruento e con ottimi risultati un doloroso tumore benigno adolescenziale dell’osso.
Come occupo questa pausa?
anch’essi in genere affetti da questa faticosa passione/malattia granata.
Parimenti sanno che le loro esternazioni hanno sostanzialmente il privilegio di consentire uno sfogo condiviso delle proprie tensioni, che tuttavia difficilmente raggiunge il principale oggetto della propria passione, vale a dire i “ pedatori granata ” ed i loro dirigenti diretti ed indiretti.
E’un vero peccato, perché se i ” nostri ragazzi “ ci leggessero con attenzione potrebbero sicuramente imparare tante cose dello spirito granata e non solo.
Potrebbero ricevere sani stimoli di crescita e riflessione da parte di personaggi “ comuni” ma probabilmente più avvezzi ad affrontare la vita e le sue difficoltà, a tentare di vincere sempre contro i soprusi, le ingiustizie, o magari anche solo contro la propria pigrizia e scarsa forza di volontà.
Ne approfitto, dato l’argomento, per rivolgermi a Comottino che mi è stato detto assai abbattuto, fino quasi a piangere, dopo il responso della Risonanza Magnetica. Guarda che non è così grave il tuo infortunio e con le “palle granata” che dovresti aver sviluppato, puoi ritornare a calcare i campi di calcio in tempi ben più brevi di quanto ti sia stato prospettato e tu possa pensare.
Ma veniamo, dopo quest’ampio preambolo che avrà già fatto desistere i più stolti dalla lettura, alla riflessione rivolta ai nostri pedatori e a chi direttamente e indirettamente li dirige.
I nostri inviti pre Cagliari a non confidare nella quadratura, negli schemi faticosamente raggiunti in sei mesi e nell’indubbia superiorità tecnica dei singoli ( siete tutti giocatori di medio elevato calibro che avete vestito la maglia della nazionale A o under 21, o che potreste ambire a vestirla se non altro come seconde scelte) che però fino alla partita con l’Atalanta, non avete mai dimostrato di saper realizzare in un collettivo capace di risultati di gran lunga superiori a quelli ottenuti, avevano un ben preciso significato.
A Cagliari si doveva aggiungere la grinta cieca e distruttiva del vero granata per imboccare definitivamente la strada del VERO TORO”, ed evitare figuracce che avrebbero mandato in fumo tutto il lavoro fatto.
Manco a dirlo è successo, come noto, l’esatto contrario.
Nei tre giorni successivi alla disfatta avete provato a raccogliere e rimettere insieme i pezzi del difficile puzzle, volati via ed in parte andati a nascondersi chissà dove. Ma per quanto esista una “ memoria di forma” del buon lavoro fatto, alcuni ingranaggi saltati del meccanismo precedentemente costruito, hanno bisogno nuovamente di tempo per ritornare a funzionare.
Con l’Udinese si è visto.
La squadra è tornata ad essere più attenta, ma nel primo tempo è sembrata spaventosamente contratta per la paura di subire gol irrecuperabili.
Il sacrificio doveroso del folle Di Michele ha di fatto nuovamente castrato le possibilità di aprire gli spazzi alle giocate di Rosina, il quale ha dato la falsa impressione, smentita dal secondo tempo, di non essere in condizione fisica. Paradossalmente il migliore in campo è sembrato Lazetic, ma solo perché si è affannato disordinatamente su ogni pallone, confermando comunque di essere tecnicamente il peggiore degli undici.
L’ Udinese, che è quinta in classifica, ha tirato nel primo tempo una sola volta nella porta di Sereni su un calcio di punizione, procurato ancora una volta da una sciocchezza di Grella, a mio parere frutto dell’assenza delle dovute raccomandazioni ad evitare falli in quella delicata zona del campo.
E come in precedenza ad esempio contro il Parma né è scaturito il tiro della domenica, trasferito al mercoledì sera, che ha incocciato il palo interno ed è finito in rete.
Ma anche voi, pedatori del nostro cuore, non siete riusciti che una sola volta ad impensierire il portiere avversario. Poco conta il fatto che non ci sia stato concesso un rigore sacrosanto a quanto mi dicono, visto che non ho assolutamente guardato nessuna delle note “ telenovela moviolate”.
Nel secondo tempo la musica è indubbiamente cambiata, ve ne diamo atto.
Il rientro di Di Michele per Lazetic, e la necessaria sostituzione di Comottino con Motta, che ha giocato quasi da cuore Toro contro la sua attuale e futura squadra ( se presidente e dirigenti non decideranno di impegnare intelligentemente il loro capitale per far proprio un bel talento già quasi formato come questo) hanno consentito di rivedere la squadra delle migliori ultime partite, anche se un po’ più disordinata ed affannata.
Fontana, entrato a sostituire lo stirato Sereni, è dovuto intervenire solo due volte, la prima con la sua mano “bionica” , operata da uno dei bravi chirurghi del CTO, per impedire un autogol di Di Loreto, e l’altra per deviare un insidioso tiro all’angolino basso di Di Michele.
La sconfitta è stata assolutamente immeritata e la meravigliosa Maratona ve ne ha dato atto incitandovi senza un decimo di secondo di pausa per tutto il secondo tempo, mai sottolineando gli inevitabili errori che avete comunque commesso.
Nel contempo questa sconfitta è meritata perché viene da lontano, da Cagliari e ancora prima, dove non avete “ tirato fuori le palle”, come prontamente vi hanno chiesto sempre i meravigliosi della maratona quando avete pensato di andare a raccogliere in gruppo gli applausi per l’impegno messo.
Incitare da dodicesimo uomo si, ma applaudire per una ennesima sconfitta immeritata ma meritata dieci volte tre giorni prima con il nulla del Sant’Elia, no cari ragazzi.
Non puoi non aver notato che il miglior Toro di questa stagione si è visto sempre solo con Rosina, Di Michele e Stellone contemporaneamente in campo.
Non puoi non aver notato che Diana incide di più, come è giusto che sia, nella sua naturale posizione sulla fascia destra. Tra l’altro nel secondo tempo con l’Udinese, una volta resosi conto della maggiore dinamicità di Motta, si è messo a fare il difensore, consentendo al talentuoso capitano dell’Under 21 di incidere in attacco più di quanto aveva fatto lui fino al momento dello “ scambio”. Non puoi non aver notato che con Barone e Corini non si riescono a supportare le punte e contemporaneamente aiutare i difensori come con Grella, Zanetti e Bottone.
In più ti auguro di ritrovare tra oggi e domani Malonga e Della Fiore. Il primo, insieme a Ventola, potrebbe essere una buona alternativa ad un eventuale prestazione deludente di Di Michele. In assenza di Pisano il secondo, se in forma, potrebbe essere un ottimo sostituto di un Lanna troppo insicuro nelle circostanze cruciali.
Concludo ricordandoti che il tuo compito principale comunque e sempre è quello di infondere a questi nuovi “pedatori granata”, la rabbia distruttiva che tu ben conosci con la quale il “VERO TORO” carica ogni suo avversario dalla notte dei tempi.
Il dodicesimo in campo, sabato, come sempre, ci sarà.
In bocca al lupo
Guido Regis
Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
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