Un difensore attento, un destro che fende l’area avversaria, il numero 2 sulla maglia, questo è Alessandro Pinna.
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Torino FD: Alessandro Pinna
Un difensore attento, un destro che fende l’area avversaria, il numero 2 sulla maglia, questo è Alessandro Pinna.
«Sono un pizzaiolo di 32 anni, amo la palestra e vado volentieri in bicicletta. Sto giocando da...
«Sono un pizzaiolo di 32 anni, amo la palestra e vado volentieri in bicicletta. Sto giocando da tanti anni alla Prometeo, una squadra di calcio a undici che raccoglie i membri delle comunità della Lombardia e del Piemonte».
Una vita passata a rincorrere il pallone, quindi?
«Si, ho fatto parte del Genoa fino agli Allievi Nazionali, ma non sono riuscito a passare in Primavera: ho avuto delle grosse difficoltà psicologiche in quel periodo e non sono riuscito a fare il grande salto. Per diventare professionisti occorre tanta fortuna oltre che una tecnica fuori dal normale».
Giocando in una squadra così blasonata avrai avuto degli ottimi maestri.
«Certamente. Ho imparato moltissimo da tutti gli allenatori e sono sempre stato disponibile a cambiare il mio modo di giocare per sfruttare al massimo le mie capacità. Da quando gioco al Toro il Mister Paolo Barucco mi ha fatto cambiare posizione da terzino destro a sinistro: in questo modo riesco ad accentrarmi e calciare con più forza in porta. Sono più potente che veloce, quindi il cambio di fascia mi permette di segnare parecchi goal, che per un terzino non fa mai male».
Sabato vi attende un torneo importantissimo a Montecarlo, sei positivo?
«Si, ho una gran voglia di segnare. Spesso non si è sempre al massimo della forma e ogni partita è una storia a sé. Cercherò di metterci il solito agonismo e onorare la maglia in qualsiasi circostanza»
Come ti vedi nel Torino FD, cosa ti coinvolge maggiormente?
«Il gruppo: siamo tutti grandi amici. Mi intendo molto in difesa con Orefice e stiamo bene sia in campo che fuori, posso dire che chiudiamo benissimo! Dopo la sconfitta a Reggio ci siamo arrabbiati tutti, ma abbiamo subito capito che per vincere occorreva essere uniti: dobbiamo essere sereni per portare a casa i trofei. Siamo tutti orgogliosissimi di vestire i colori del Toro, un traguardo che senza il Torino FD non saremmo riusciti a raggiungere, e per questo li ringrazio moltissimo».
Una bella conquista.
«Si, per andare agli allenamenti sono anche riuscito a guidare da Verbania dopo 8 mesi in cui sono stato senza patente: ci tengo moltissimo ad esserci. Ora andrò a vivere a Cavandone e questo mi dà molto coraggio. Vorrei ringraziare Maria grazia Lo Popolo, “la Chicca” come la chiamano tutti, perché mi ha accompagnato durante questi anni difficili».
Un saluto granata?
«Ringrazio tutti quelli che ci stanno vicino e ci seguono anche solo leggendo i nostri articoli».
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