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”Vestire granata dà la pelle d’oca”

Continua la sfilata dei campioni del Torino FD: oggi è intervenuto Marco Bertola, numero 1 del Toro.

«Dopo il periodo di riabilitazione per problemi famigliari sono riuscito a tornare al lavoro: ora faccio...

Matteo Baricco

Continua la sfilata dei campioni del Torino FD: oggi è intervenuto Marco Bertola, numero 1 del Toro.

«Dopo il periodo di riabilitazione per problemi famigliari sono riuscito a tornare al lavoro: ora faccio l’elettricista in una fabbrica di Bra; il mio ritorno è stato accompagnato dal calcio, che mi ha aiutato e sostenuto nei momenti di maggiore difficoltà. La mia carriera mi ha visto giocare in Promozione e in Prima categoria, ma ho fatto parte della Saviglianese fino ai Berretti dove ho avuto la fortuna di essere stato compagno di Cois».

Poi il Toro?

«In realtà no, ho giocato tanti anni nel GS Castelli, squadra di disabili che mi ha permesso di incontrare le più importanti squadre d’Europa. Durante quell’avventura ho conosciuto Claudio Girardi, l’attuale Presidente del Torino FD, e l’ho seguito in questo bellissimo progetto: speravamo di vestire il granata e ci siamo prodigati affinché questo sogno si avverasse. Abbiamo entrambi coinvolto le nostre conoscenze, portando giocatori validi, aiutati da Paolo Barucco».

Il mister?

«Si, è un grande uomo. Mi consiglia, mi ascolta, mi rende partecipe della vita della squadra: lo stimo molto e posso considerarlo un amico oltre che l’allenatore».

Il Portiere ha la possibilità di dirigere tutti i movimenti della difesa: quali sono i tuoi punti di forza?

«Quando abbiamo cominciato a costruire il Torino FD ho portato con me la mia vecchia difesa: con Pinna e Orefice abbiamo degli automatismi tali da non aver quasi bisogno di parlarci. Poi Genta, il capitano polivalente, è sempre pronto a dare una mano e Bartolomeo si è perfettamente integrato nei nostri schemi. Per quel che riguarda me, posso dire che ho 42 anni ma sono ancora in forma; sono bravo nelle uscite basse e nei calci di punizione, dove mi esalto e riesco a dare il meglio di me. Forse i rigori non sono il mio forte, ma è un problema di tanti portieri».

A Monaco avete vinto il premio Fair Play.

«Si, è stato un onore. Lo abbiamo conquistato grazie al nostro gioco pulito e alle correzioni delle decisioni arbitrali, anche a costo di sfavorirci. Noi siamo così, non amiamo i battibecchi o i cartellini e vogliamo distinguerci per la nostra correttezza: la bellezza di questo gruppo è la coesione e la compattezza, anche nel modo di giocare. Abbiamo sempre fatto le foto con le squadre contro le quali abbiamo giocato, qualunque fosse lo score finale: la maglia che indossiamo ci fa capire che i risultati si ottengono solo sul campo, dando tutto».

A proposito di risultati, a marzo vi aspetta un Torneo importantissimo al quale parteciperanno Monaco, Barcellona e Chelsea, cosa ti aspetti?

«Quella sarà un’esperienza fantastica, per di più si gioca a Torino e quindi avremo il vantaggio di disputare il Torneo in casa. Sono tutte squadre fortissime che ho incontrato diverse volte nel corso della mia carriera e devo dire che siamo tutti molto validi. Se dovessi pensare ad un favorito direi Barcellona: giocano insieme da tantissimo tempo e si conoscono a memoria. Visto che siamo nati da neanche un anno, ci fa onore sapere di avere delle possibilità contro queste squadre!

Dobbiamo scuoterci un po’ se vogliamo puntare alla vittoria, perché ultimamente ci siamo un po’ seduti. Abbiamo fatto incetta di Trofei, ma ora dobbiamo tornare ad avere quella fame di vittoria che ci ha contraddistinto dall’inizio del nostro cammino».

Chi è che ti sta più vicino in questa avventura.

«Oltre a Paolo Barucco, di cui ho già parlato prima, la mia fidanzata: l’ho conosciuta al mio primo torneo con la maglia del Toro FD. Lei è figlia di un grande tifoso granata e avere me come compagno la riempie di gioia.

Ho tre figli che saluto caldamente e che mi danno moltissima forza, sia in campo che fuori: so che mi seguono e questo mi stimola a fare bella figura.Colgo l’occasione per salutarli e abbracciarli fortissimo.

Infine penso di dovere molto anche ai miei datori di lavoro che mi permettono di partecipare a tutti gli incontri, in quanto orgogliosi di poter avere tra i dipendenti il portiere di una squadra riconosciuta dal Torino FC».

E per il futuro?

«Vorrei condividere una giornata di allenamento con i Ragazzi del Toro FC, anche solo una partitella. Sarebbe un bel momento per noi e ci renderebbe molto felici.

Quando passeggio per Torino e mi rendo conto di vestire il granata mi viene la pelle d’oca. So che sembrano le solite frasi fatte, ma posso assicurare che questa sensazione mi pervade spirito e corpo: la provo veramente. Il Torino rappresenta i colori di questa città e io sono orgoglioso di giocare con questa maglia addosso».