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Mondiali 2014, Colombia e Belgio non tradiscono le attese

Le due squadre non hanno, fin qui, tradito le attese. Ma perché fermarsi proprio ora?

Roberto Maccario

"In molti, alla vigilia della rassegna iridata, le avevano etichettate come possibili sorprese del mondiale e, col senno di poi, lo avevano fatto ragionevolmente. Colombia e Belgio hanno dimostrato di essere squadre vere, e non le classiche ''cicale'' che tanto fanno parlare di sé ma che poi, alla fine, steccano, come spesso è avvenuto nella storia delle competizioni internazionali.

"COLOMBIA- I ''cafeteros'' di Pekerman hanno confermato quanto di buono si diceva su di loro, e gli elementi di maggior talento non hanno, fin qui, tradito. Cuadrado è apparso la solita freccia già ammirata a Lecce, Udine e Firenze, con tanto di lusinghe di mercato annesse, mentre James Rodriguez si è rivelato decisivo per la quantità e la qualità delle sue giocate: la prima rete con l'Uruguay poteva sembrare il classico ''gol della domenica'', tanto bello quanto irripetibile (della serie: ''se ci riprovi altre venti volte non ci riesci più''), e probabilmente è vero, ma la rete del raddoppio e le altre tre realizzate nel girone ci mettono al cospetto di un grande campione. Anche la spinta dei terzini e il filtro del centrocampo non sono mai mancati, mentre in attacco Jackson Martinez e Gutierrez stanno dando il loro contributo: se supererà anche il Brasile padrone di casa, la Colombia potrà davvero alzare la Coppa; a Bogotà e dintorni ci sperano, con ottimismo e senza rimpianti (del resto i quarti di finale sono già il miglior risultato di sempre) anche se una domanda sorge spontanea: quanto servirebbe, adesso che il gioco si fa duro, uno come Falcao?

"BELGIO- Anche il Belgio, dal canto suo, non ha tradito le attese, nonostante il lusso di lasciare a casa uno come Radja Nainggolan. Gli uomini di Wilmots avevano, a dire il vero, destato qualche perplessità, nell'amichevole pre mondiale contro il Lussemburgo e nell'esordio contro l'Algeria (poi dimostratasi squadra vera): tanta qualità, tante ''figurine'', ma una squadra sfilacciata e una manovra impacciata, lenta e prevedibile. Con il passare delle giornate però, anche grazie alle vittorie, la classe dei ''diavoli rossi'' è venuta fuori, è aumentata l'aggressività e con essa la velocità e l'intensità di gioco: ora il Belgio è piacevole da guardare, l'intesa tra i suoi elementi è notevole e può davvero dar fastidio a tutti.Il roster di mezze punte (da De Bruyne ad Hazard, da Mertens a Mirallas), unito alla pragmaticità della difesa (apparsa decisamente più rodata nelle ultime uscite) e all'esplosività di Origi e Lukaku davanti (alternati alla perfezione da una vecchia volpe come Wilmots) può essere un mix letale per chiunque. In patria sanno che una squadra così non l'hanno mai avuta e sperano di ripetere lo storico risultato del 1986 quando vennero eliminati in semifinale dall'Argentina di Maradona, contro cui ora vogliono prendersi una bella rivincita. Ma perché non andare oltre?