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Scommesse, cosa rischiano le società

Ora che anche l’ultima italiana rimasta è stata eliminata dalle coppe europee, giornali e tv hanno rispolverato il calcioscommesse quale argomento principe delle loro copertine e dei loro servizi, con le ultime novità che...

Redazione Toro News

Ora che anche l’ultima italiana rimasta è stata eliminata dalle coppe europee, giornali e tv hanno rispolverato il calcioscommesse quale argomento principe delle loro copertine e dei loro servizi, con le ultime novità che ancora una volta gettano fango sul calcio nostrano. L’aspetto più interessante da capire è il rischio che corrono quelle società i cui tesserati sono implicati nella vicenda a vario titolo.

Proprio ieri il presidente del Coni Gianni Petrucci ha dichiarato con fermezza la volontà di non toccare la responsabilità oggettiva da parte delle società nel caso di atti illeciti commessi dai propri giocatori ma il recente passato dimostra come le sanzioni non siano così pesanti. Si pensi all’Atalanta, penalizzata di sei punti nonostante il suo capitano Cristiano Doni fosse uno dei capisaldi dell’organizzazione che falsava le partite, o all’Ascoli, che alla fine ha avuto soli tre punti di penalizzazione per il coinvolgimento di Micolucci e Sommese. La situazione dell’Ascoli sembra simile a quella odierna del Bari, che ha manifestato la volontà di costituirsi parte lesa in questa nuova ondata di calcioscommesse. Il rischio è ovviamente molto più alto, invece, nel caso di coinvolgimento di dirigenti delle società.

Al momento quella che rischia più di tutte è il Lecce, con la possibilità addirittura della retrocessione per illecito. Poco fa il presidente giallorosso Semeraro ha emesso un comunicato nel quale dichiara che “L’U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni - parte delle quali anche confuse e contraddittorie - dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby – fino a prova contraria - è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società”.

Da chiarire, invece, ancora la posizione di altre società del massimo campionato, ma al momento le pene potrebbero andare dai due ai sette punti, da scontare nel campionato in corso negli auspici della Figc.