di Fabiola Luciani
toro
04 Maggio 1949
di Fabiola Luciani
Per commemorare il sessantesimo anniversario di questa storica data, voglio raccontarvi, tra fantasia e realtà, una storia diversa dalle solite, ovvero quella di due amici che il...
"Per commemorare il sessantesimo anniversario di questa storica data, voglio raccontarvi, tra fantasia e realtà, una storia diversa dalle solite, ovvero quella di due amici che il destino ha curiosamente diviso e collocato nel posto sbagliato.
"Andrea, appassionato tifoso genoano, lavorava a Torino in una tipografia del centro. Giorgio, granata sfegatato, invece si era impiegato a Genova nella ditta dello zio.Era il 1948 e si erano conosciuti per caso dieci anni prima in una festa di compleanno, e quel giorno si erano reciprocamente salvati dalla noia; la guerra poi li aveva separati senza però riuscire a disperderli. S'incontravano ogni tanto, ma soprattutto si scrivevano intense lettere alle quali affidavano la parte migliore del loro animo gentile: la fatica di vivere e la necessità di sopravvivere, ma anche la fiducia nel futuro e la gioia di esistere. Si raccontavano inoltre le vicende calcistiche delle proprie squadre, e l'inversione della residenza era diventato un gioco e uno speculare scambio informativo.Senza l'intossicazione del tritacarne televisivo, le uniche immagini delle partite erano affidate alle foto del Calcio Illustrato, ai rari filmati della Settimana Incom, o alle missive che Andrea e Giorgio si scambiavano tentando di rappresentare i goal visti e le azioni vissute.Fu così che decisero, quasi per gioco, di codificare un meccanismo intrigante: a Torino Andrea avrebbe visto le partite dei Granata, e a Genova Giorgio avrebbe seguito le gare del Genoa. Poi, alla domenica sera, si sarebbero scambiati un telegramma con i dati essenziali degli incontri. L'idea sembrava geniale, perché avrebbe anticipato i giornali del lunedì esaudendo la fame di notizie che la loro passione reclamava.Il grande Torino, guidato da Valentino Mazzola, era campione d'Italia, e i suoi formidabili assi si accingevano a svolgere il consueto ruolo di favoriti. Il Genoa invece, guidato da Verdeal, puntava a far bene e a difendere un'onorevole posizione in classifica. Il campionato 48/49, con l'Italia accartocciata fra le macerie, cominciò per tutti il 19 settembre, e quella puntualità condivisa fu un tacito e gradito segnale di normalità che gli sportivi accolsero come un'altra "liberazione".Rispettando gli accordi, Giorgio andò al Ferraris con gli occhi di Andrea, e a Torino avvenne la delega contraria. A sera, viaggiando sul filo del telegrafo che unisce le due città, i messaggi vittoriosi si incrociarono a metà strada strizzandosi l'occhio per le buone novelle che portavano; poi proseguirono decisi verso i rispettivi cuori in attesa, dando vita all'immaginazione.
"19/9/48 - Genoa-Padova 7-1 stop 2 Dalla Torre 2 Formentin 2 Verdeal 1Mazza stop Genoa devastante stadio in delirio stop ottimismo al settimo cielo stop Giorgio
"19/9/48 - Torino-Pro Patria 4-1 stop Ossola Menti Gabetto Grezar stop Torino fluido schiaccia avversario troppo debole stop potevano farne 8 stop Andrea
"Il Genoa andò poi a pareggiare a Livorno e il Torino perse a Bergamo, ma la terza giornata fu di nuovo un tripudio.
"3/10/48 - Torino-Roma 4-0 stop 2 Gabetto Ossola Menti stop difesa rocciosa attacco travolgente stop goal iniziale agevola vittoria stop Andrea
"3/10/48 - Genoa-Juventus 2-1 stop Verdeal Dalla Torre ribaltano goal Jordan stop Grifone superbo pubblico indomabile stop grazie per esaltante sconfitta Juve stop Giorgio
"Incredibilmente, Lucchese e Palermo guidavano la classifica a punteggio pieno e, se di lì a poco il Palermo avrebbe rallentato, la Lucchese rimase prima fino alla 12a giornata. Giorgio proseguiva le sue missioni al Ferraris e, se fu costretto a trasmettere la brutale sconfitta per 5-1 nel derby, divenne testimone di epiche imprese. Il Genoa travolse l'Inter per 4-1, batté il Milan 1-0 e la Fiorentina 4-2; vinse con Lazio e Atalanta ed espugnò Novara: insomma, cose che loro non vedevano da 25 anni.Perfino la nebbia sembrava aiutare il Grifone e costrinse alla sospensione le gare del Torino e dell'Inter proiettando sugli schermi della passione genoana un'immagine irripetibile: i rossoblu erano secondi in classifica e, se avessero battuto il Toro nello scontro diretto, addirittura primi.I telegrammi fra Andrea e Giorgio si erano un po' diradati, anche perché ormai era imminente la partita che li avrebbe sovrapposti, e capitò il 26 dicembre 1948.Genoa e Torino s'incontrarono in un Ferraris infernale. I due amici erano vicini con il corpo ma i loro cuori pulsavano a turno, uno in battere e uno in levare, a seconda di chi attaccava, e il sangue granata di Giorgio rischiò la coagulazione. Andrea invece, barattando il pudore con l'euforia, scelse di esultare senza falsi riguardi. Il Genoa vinse 3-0 diventando così campione d'inverno, e l'abbraccio dei giocatori in mezzo al campo sembrò a tutti il punto di arrivo di una rincorsa, per loro, durata decenni.Certo però che è bella la fatica di chi sale in vetta, ma restarci è tutta un'altra storia. Quel Genoa cominciò a perdere colpi, e quel grandissimo Toro triturò chiunque gli si parasse davanti. Era come vedere la realtà in un caleidoscopio, artefatta e falsata dalla meteorologia, ma quei granata appesi alle reti, con i profili schiacciati l'un l'altro, con l'urlo dei tifosi che la tramontana modificava in un ruggito devastante, non si curavano di quei particolari.I due amici ora si scrivevano lunghe lettere e, il graduale ripristino della normalità nelle posizioni di classifica, allentò l'ansia domenicale e accantonò l'urgenza. L'ultimo telegramma arrivò a Genova in una tetra serata del 4 maggio 1949, e Giorgio si stupì moltissimo perché quel giorno non si era giocata nessuna partita, così almeno credeva. E invece il Grande Torino giocò la sua gara più terribile, sul campo di Superga, senza superstiti.
"4/5/1949 - Precipitato aereo squadra Torino stop tutti morti tutto finito stop sii forte ti voglio bene stop Andrea.
"In piazza Castello c'era il mondo intero a combattere l'incredulità di quella tragedia, perché la cattiveria della sorte aveva esagerato nel ghermire la vita e la forza di quegli uomini e di quegli atleti. Andrea e Giorgio erano di nuovo vicini, ciascuno con al collo il fazzoletto della propria squadra, a simboleggiare il dolore, l'affetto, la solidarietà, la fratellanza.La fila interminabile dei camion fendeva la folla, e su ciascuno giaceva il corpo di chi aveva lealmente onorato lo sport abbellendo così la vita. "... e dietro venivano i parenti in lacrime, coi primi fiori, e davanti a tutti il labaro della più anziana società d'Italia, il Genoa dai 9 scudetti... ( da TuttoSport del 7/5/49 )".Il campionato fu assegnato "alla memoria", ma il Torino era primo e l'avrebbe vinto con onore. Nelle ultime 4 partite giocarono i ragazzini, e per rispetto anche gli avversari schierarono i pari età.Ovunque prevaleva la commozione perché l'immensità della tragedia non aveva precedenti. I due amici rimasero in contatto finché la vita terrena glielo concesse, ma quel dannato campionato rimase come un cilicio nella loro memoria.E' molto probabile che, in qualche punto dell'universo, Andrea e Giorgio stiano ora discutendo di calcio con un ragazzo esile e capelluto, nervoso nei gesti e restio al sorriso: pare si chiami Gigi, sì, Gigi Meroni. Ne avranno da raccontarsi, perché Genoa e Torino non sono due squadre qualunque.Forza Toro al di là del tempo e dello spazio
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