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1989-2009: quante analogie

di Gianluca Sacchetto

Lecce come Roma. Il 1989 come il 2009. Sono tante le analogie tra queste due annate che sono culminate in altrettante dolorose...

Redazione Toro News

"di Gianluca Sacchetto

"Lecce come Roma. Il 1989 come il 2009. Sono tante le analogie tra queste due annate che sono culminate in altrettante dolorose retrocessioni per il Toro. Due stagioni partite con obiettivi importanti, con tifosi che sognavano finalmente palcoscenici diversi, di rivedere un Toro capace di giocarsela alla pari contro qualsiasi avversaria. Invece, in entrambi i casi lacrime e rabbia. Squadre costruite per fare bene incapaci di raggiungere l’obiettivo minimo. Presidenti che le provano tutte, cambiando tre allenatori nel corso di una sola stagione. Nel 1989 si alternarono Radice, Sala e Vatta. A vent’anni di distanza Cairo ci ha provato con De Biasi, Novellino e Camolese, ma l’esito è stato identico.

"Quest’estate molti avevano apprezzato il mercato granata, per aver comprato giocatori utili in ruoli scoperti. Finalmente si aveva tra le mani un attaccante capace di andare in rete con una certa regolarità (Bianchi), una spalla che lo conosceva molto bene (Amoruso). Si era assistito anche ad uno svecchiamento della squadra, con il rientro di Ogbonna, l’acquisto di Dzemaili e Saumel. Quasi nessuno immaginava di dover lottare ancora per la salvezza, figurarsi di scendere per la settima volta in serie cadetta.

"Ma nel 1989, se possibile, fu una retrocessione ancora più tragica. L’anno precedente il Toro arrivò in finale di Coppa Italia, perdendo solamente ai supplementari contro la Sampdoria. Una dirigenza che nella sessione estiva comprò tra gli altri Muller e Skoro, oltre ad un promettente portiere che di nome faceva Luca Marchegiani. C’erano tutte le basi per far bene. Invece, qualcosa si guastò subito e la mazzata finale arrivò al Via del Mare di Lecce, dove il 25 giugno i granata diedero addio alla serie A.

"Come in quell’estate, anche ora i tifosi hanno bisogno di un progetto serio. Hanno voglia di Toro, ora più che mai, ma non vogliono essere presi in giro. Con Borsano gli abbonati furono più di 18mila e l’entusiasmo della gente diede l’anno successivo una spinta decisiva al Toro, che vinse il campionato di B a mani basse. Toccherà a Cairo adesso riaccendere quell’entusiasmo del 2006. Il Mantova ci aspetta ancora.