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Adem Ljajic, il talento incostante con i colpi per farsi amare

Il volto nuovo / La scheda del fantasista classe 1991: con MIhajlovic un rapporto di "odi et amo"

Gianluca Sartori

"Nato il 29 settembre 1991 a Novi Pazar da genitori di etnia bosgnacca e di fede musulmana, Adem Ljajic per qualità tecniche è certamente uno dei migliori giocatori arrivati al Torino negli ultimi vent'anni.

"Cresciuto nel Partizan Belgrado, dove a soli 18 anni vince campionato e coppa nazionale in Serbia, viene portato in Italia nel gennaio 2010 dalla Fiorentina per la cifra di 6.5 milioni. Movenze simili a quelle del suo idolo Kakà, è un fantasista offensivo adattabile nei ruoli di attaccante esterno, trequartista e seconda punta. Totalizza nove presenze e dal luglio successivo vede arrivare come allenatore Sinisa Mihajlovic. Con lui fa vedere scampoli di classe (26 presenze e 3 reti) ma anche una certa incostanza e poca propensione al sacrificio. Il tecnico serbo lo pungolerà pubblicamente: "Mangia troppa nutella". Lo stesso Miha, da CT della Serbia, lo convocherà regolarmente, salvo poi escluderlo per non aver cantato l'inno nazionale prima di una partita. Poi altri due anni alla Fiorentina: nel 2011-2012 più ombre che luci, con sole 15 presenze e una rete (memorabile la lite con Delio Rossi, con tanto di pugni in faccia). Nel 2012-2013, agli ordini di Montella, produce il meglio: 28 presenze e 11 reti, il suo record personale di reti segnate in Italia.

 Ljajic affronta il Toro ai tempi della Roma

"Il 28 agosto 2013 passa alla Roma per 11 milioni più 4 di bonus. In giallorosso due annate di buona fattura, tra picchi eccezionali e anche qualche calo di troppo: sono 14 le reti segnate in 60 presenze. A fine agosto 2015, il trasferimento in prestito con diritto di riscatto all'Inter, voluto espressamente da Mancini. All'interno di un parco attaccanti importante, disputa una stagione buona solo a metà, che non convince i nerazzurri a esercitare il riscatto a 11 milioni. Quindi, il ritorno alla Roma e ora il passaggio a titolo definitivo al Torino, per 8.5 milioni totali, al termine di un lungo corteggiamento. In granata arriva un giocatore che ha i colpi per accendere le partite e spostare gli equilibri: a lui il compito di farsi amare, dimostrando di poter compiere finalmente il salto di qualità e diventare un giocatore determinante in modo continuo.