"Errare è umano, perseverare è diabolico. Un detto che si adegua perfettamente alla gestione della squadra granata le cui speranze di salvezza, così come l’anno scorso passano nuovamente da Roma, sponda giallorosa. Un copione che sembra già scritto poco meno di 365 giorni or sono e che ora, si spera possa riproporsi, nonostante le tante vicissitudini, i cambi di allenatore e un organico quasi completamente ridisegnato. Evidentemente, però, al Toro la storia torna immancabilmente a ripetersi. Proprio dalla capitale, infatti, arrivò il risultato più auspicato e insperato visto il divario tecnico, un 1-0 grazie alla firma di Roberto Muzzi che permise la permanenza nella massima categoria. Ora, di nuovo dall’Olimpico si attendono buone novelle, nella speranza che qualcuno dei granata si immedesimi nel bomber romano e regali una gioia, anche minima (leggi un pareggio) che possa muovere una classifica che a quattro giornate dal termine, resta sempre precaria. Il vantaggio da difendere nei confronti delle tre formazioni che scenderanno nel purgatorio del torneo cadetto, infatti, è di quattro lunghezze; un margine invariato rispetto a sette giorni fa ma pur sempre troppo esiguo per poter sperare di restare ancora lontani dalla bagarre. Anzi, se non si muove in fretta, resta il pericolo di dover affrontare poi Napoli e soprattutto la trasferta di Livorno con le spalle al muro, prima di giocarsi l’ultimo match casalingo contro una Fiorentina, ancora in lotta per un posto in Champions League. Fortunatamente, il calendario delle altre concorrenti alla lotta-salvezza non è tanto più agevole di quello dei granata. Alcuni scontri diretti, inoltre, potrebbero tendere una mano al Toro, che vedrebbe così assottigliarsi il lotto delle pericolanti costrette ad una sorta di scontro ad eliminazione. Resta il fatto, però, che ancora una volta, nonostante i buoni propositi, la formazione granata debba essere costretta ad annaspare fino al termine del torneo. Una situazione poco piacevole al quale si aggiungono le perplessità di un gruppo che proprio non riesce a sbloccarsi; il cambio di allenatore, infatti, se da un lato ha permesso di ritrovare quell’affiatamento e quella voglia univoca di remare dalla stessa parte, ha anche messo in evidenza la difficoltà della squadra di centrare la porta. Esempio lampante, contro l’Inter, dove alla buona prestazione collettiva e al discreto numero di occasioni collezionate, si è registrato per l’ennesima volta il triste bottino di reti messe a segno: zero. A De Biasi, trovare il rimedio per risollevarsi da questa situazione che rischia di penalizzare oltremisura gli sforzi che si stanno facendo per evitare brutte sorprese in classifica. Oltre all’evidente necessità di provare schemi e giocate offensive, infatti, urge trovare quel pizzico di concentrazione in più sotto porta e un maggior cinismo per poter sfruttare al meglio tutte le opportunità che potrebbero lasciarci gli avversari.
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Ancora la Roma sulla strada salvezza
Errare è umano, perseverare è diabolico. Un detto che si adegua perfettamente alla gestione della squadra granata le cui speranze di salvezza, così come l’anno scorso passano...
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