"Era in campo di fronte ad un Delle Alpi gremito, alla fine di giugno del 2005, in quel magico spareggio con il Perugia che riportò i granata in serie A dopo due stagioni infernali.
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Andrea Mantovani e il Torino: a volte ritornano
Era in campo di fronte ad un Delle Alpi gremito, alla fine di giugno del 2005, in quel magico...
"UN’ ESTATE TERRIBILE- Era in campo anche circa un mese dopo, ad Acqui Terme, contro i greci del Kalamata, in quella che fu l’ultima partita dell’ ormai defunto Torino Calcio.Andrea Mantovani, quella tragica estate, l’ha vissuta tutta sulla propria pelle: la gioia, la scoperta di una vittoria di Pirro, il fallimento, il dolore, le lacrime.
"LA CARRIERA- Torinese di nascita, arriva in granata alla tenera età di cinque anni e con il Toro fa tutta la trafila nelle giovanili fino all’esordio in prima squadra contro il Como, nell’ultima giornata dell’infausta stagione 2002/2003.Poi arriva il prestito alla Triestina, una grande stagione con gli alabardati, la conferma nella sua Torino l’anno successivo e lo scioglimento di quella bellissima squadra, all’interno della quale Andrea era protagonista di una difesa solida e interamente fatta in casa con Comotto, Mezzano, Balzaretti e Sorrentino.Dopo il triste fallimento si accasa al Chievo, dove disputa sei stagioni da urlo, guadagnandosi anche la chiamata dell’Under 21, fino all’approdo nell’ambizioso Palermo del vulcanico presidente Zamparini.In Sicilia però le cose non vanno come dovrebbero: quella appena passata è una stagione decisamente al di sotto delle aspettative per i rosanero mentre da agosto ad oggi si è vista solo tanta confusione e un subitaneo cambio di allenatore che, finora, ha prodotto solo qualche timido miglioramento.
"QUALCHE RIMPIANTO ?- Chissà dunque che nella testa e nel cuore di Mantovani non compaia qualche rimpianto su quello che poteva essere e non è stato: diventare una bandiera granata, vivere nella sua città e costituire con Ogbonna una coppia di centrali difensivi proveniente dal vivaio e di tutto rispetto.Domande, domande, domande, forse le stesse che si è fatto e si sta facendo anche qualche tifoso granata su un ragazzo bravo e duttile, capace di rivestire diversi ruoli in difesa e all’occorrenza anche in mediana; guardare al passato però non serve a nulla e domenica dunque, dopo un ingresso in campo con un po’ di emozione in più del solito e uno sguardo al settore ospiti, ognuno andrà per la sua strada, e che vinca il migliore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Era in campo di fronte ad un Delle Alpi gremito, alla fine di giugno del 2005, in quel magico...
"UN’ ESTATE TERRIBILE- Era in campo anche circa un mese dopo, ad Acqui Terme, contro i greci del Kalamata, in quella che fu l’ultima partita dell’ ormai defunto Torino Calcio.Andrea Mantovani, quella tragica estate, l’ha vissuta tutta sulla propria pelle: la gioia, la scoperta di una vittoria di Pirro, il fallimento, il dolore, le lacrime.
"LA CARRIERA- Torinese di nascita, arriva in granata alla tenera età di cinque anni e con il Toro fa tutta la trafila nelle giovanili fino all’esordio in prima squadra contro il Como, nell’ultima giornata dell’infausta stagione 2002/2003.Poi arriva il prestito alla Triestina, una grande stagione con gli alabardati, la conferma nella sua Torino l’anno successivo e lo scioglimento di quella bellissima squadra, all’interno della quale Andrea era protagonista di una difesa solida e interamente fatta in casa con Comotto, Mezzano, Balzaretti e Sorrentino.Dopo il triste fallimento si accasa al Chievo, dove disputa sei stagioni da urlo, guadagnandosi anche la chiamata dell’Under 21, fino all’approdo nell’ambizioso Palermo del vulcanico presidente Zamparini.In Sicilia però le cose non vanno come dovrebbero: quella appena passata è una stagione decisamente al di sotto delle aspettative per i rosanero mentre da agosto ad oggi si è vista solo tanta confusione e un subitaneo cambio di allenatore che, finora, ha prodotto solo qualche timido miglioramento.
"QUALCHE RIMPIANTO ?- Chissà dunque che nella testa e nel cuore di Mantovani non compaia qualche rimpianto su quello che poteva essere e non è stato: diventare una bandiera granata, vivere nella sua città e costituire con Ogbonna una coppia di centrali difensivi proveniente dal vivaio e di tutto rispetto.Domande, domande, domande, forse le stesse che si è fatto e si sta facendo anche qualche tifoso granata su un ragazzo bravo e duttile, capace di rivestire diversi ruoli in difesa e all’occorrenza anche in mediana; guardare al passato però non serve a nulla e domenica dunque, dopo un ingresso in campo con un po’ di emozione in più del solito e uno sguardo al settore ospiti, ognuno andrà per la sua strada, e che vinca il migliore.
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