Demba Seck riparte ancora una volta lontano da Torino. L’attaccante senegalese classe 2001 lascia il capoluogo piemontese per approdare in prestito al Partizan Belgrado, con la speranza di trovare quella continuità e incisività che finora non è mai riuscito a mostrare con la maglia granata. Un trasferimento che, per il Torino, ha il sapore dell’ennesima scommessa a vuoto, con il club costretto a rinnovare di anno in anno un contratto senza reali garanzie di crescita.
FOCUS
Seck al Partizan Belgrado: il Toro intrappolato nel circolo vizioso dei prestiti
Un ciclo che si ripete
—Il caso Seck è emblematico di una dinamica che a Torino si sta riproponendo con troppa frequenza: giocatori acquistati come potenziali prospetti, che però non riescono mai a fare il salto di qualità necessario per imporsi in Serie A. Così, dopo stagioni deludenti e prestazioni poco convincenti, il club si ritrova nella situazione di non poter monetizzare la loro cessione. Nessuna offerta a titolo definitivo, solo prestiti con la speranza che da qualche parte riescano a rivalutarsi. A complicare ulteriormente la situazione, c’è la necessità di rinnovare ciclicamente il contratto di questi giocatori per non perderli a zero. Una spirale che diventa controproducente, perché ogni nuovo prestito allunga l’impegno economico del club senza garantire ritorni concreti.
Gineitis, l’unica nota positiva
—Se c’è un lato positivo nella vicenda che portò Seck a Torino è l’arrivo di Gvidas Gineitis, giovane centrocampista lituano che approda sotto la Mole nella stessa operazione che ha coinvolto l'attaccante senegalese. Per quanto poi il Torino abbia trovato un buon centrocampista in quell'affare con la Spal, da questa spirale il club non ne esce fino a quando Seck convincerà qualcuno a puntare su di lui, ma per ora si tratta solo di un peso da smaltire.
Ultima chance?
—In questo senso il passaggio al Partizan potrebbe essere l’ultima vera occasione per il classe 2001: un contesto meno competitivo rispetto alla Serie A, ma con pressioni e aspettative comunque alte. Se riuscisse a ritagliarsi un ruolo da protagonista in Superliga serba, il Torino potrebbe finalmente sperare in una cessione a titolo definitivo, spezzando quel circolo vizioso che oggi appare senza fine. In caso contrario, il rischio è di ritrovarsi tra un anno al punto di partenza, con un altro prestito da imbastire e un altro rinnovo da valutare.
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