In credito con la sorte, il Toro ci si sente, da sempre. Lo é: c'è stata perfino la certificazione arrivata dall'Argentina, a dire “costoro sono sfortunati assai”. E' così storicamente, e non sarà una, sola, misera partitaccia di Serie B a modificare la storica condizione granata.Ma la verità di oggi dice che, per quanto riguarda la strettissima attualità, i granata non possono affermare di sentirsi “derubati” dalla dea bendata. Ieri pomeriggio, così come sette giorni prima, sono stati gli avversari a recriminare. E anche nel recentissimo passato, a ben vedere, in gare come quelle interne contro Piacenza e Cesena (chiuse con due pareggi giusti) gli uomini di Colantuono sono andati a rete sfruttando quell'unica occasione creata in tutta la gara. Insomma, la sfortuna c'entra ben poco.C'entrano i propri errori, negli orrori visti ieri e perpetrati anche in altre partite. Il match vinto con un gol di Pià ha lasciato sconcertati gli avversari, increduli per non essere riusciti a sfruttare neppure una delle tante occasioni concesse da un Torino quasi intangibile in fase difensiva: il vicentino Sgrigna è sì un gran giocatore, ma se ad ogni sua partita passasse in mezzo ai difensori con la facilità che gli riusciva ieri, probabilmente sarebbe in Nazionale da tempo (come a dire, i granata hanno aiutato i biancorossi a fare bella figura). Gli atleti in maglia granata danno costantemente l'idea di non avere idea di cosa fare, l'impressione di patire la pressione altrui, l'immagine di chi non immaginava tante difficoltà.Nel calo del Toro c'entrano anche, sicuramente, alcune attenuanti. Le assenze ci sono, e se quello granata rimane comunque l'organico meglio fornito della B, è altrettanto vero che D'Ambrosio e Garofalo (per dirne due) avevano data la svolta al Torino, così come Pestrin è garanzia di qualità per gli altri, e così via. E poi, lo sanno ormai perfino i sassi: “Il Toro è stanco, diversi giocatori non ce la fanno più”. In effetti, non è semplice, per chi nella prima parte di campionato scendeva in campo poco o niente, portarsi al pari con gli altri nel corso del girone di ritorno; i granata compensano con grinta e cuore.Dove ci porta questa analisi? Da nessuna parte, probabilmente. Le colpe ci sono, nel pensare al perché il Torino giochi tanto male, ma parimenti esistono anche alcuni elementi che “scagionano” i protagonisti da queste colpe.Non c'è nulla fare, oggi, se non aspettare. Aspettare i prossimi due incontri, la fine del campionato, turandosi il naso davanti a delle vittorie come quello contro il Vicenza, che, comunque, sono sempre vittorie.
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Attenuanti e colpe
In credito con la sorte, il Toro ci si sente, da sempre. Lo é: c'è stata perfino la certificazione arrivata dall'Argentina, a dire “costoro sono sfortunati assai”. E' così storicamente, e non...
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In credito con la sorte, il Toro ci si sente, da sempre. Lo é: c'è stata perfino la certificazione arrivata dall'Argentina, a dire “costoro sono sfortunati assai”. E' così storicamente, e non...
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