Si dice che Ancelotti voglia far riposare Kakà. Si dice che Giardino si accomoderà in panchina, per recuperare dopo il turno infrasettimanale. Si sa bene che Ronaldo non ce la farà. E allora chi rimane? Sicuramente non l’ultimo arrivato. Rimane un signore che aspetta sempre con pazienza il suo turno, scaldando la panchina. È uno che poi entra e fa vincere le partite. Ma non partite qualsiasi. Finali di Champions League.
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Attenzione: arriva Inzaghi
Si dice che Ancelotti voglia far riposare Kakà. Si dice che Giardino si accomoderà in panchina, per recuperare dopo il turno infrasettimanale. Si sa bene che Ronaldo non ce la farà. E allora chi rimane? Sicuramente non...
È un campione del mondo, e il suo nome è Filippo Inzaghi. Superpippo.
Filippo Inzaghi nasce a Piacenza il 9 agosto del 1973. Cresce nelle giovanili del Piacenza, e proprio la squadra emiliana lo farà esordire in serie B nell’anno 1991/1992, con due presenze senza nessuna rete.
Il Piacenza decide di fargli cominciare la gavetta dalla serie C1 e per la stagione 1992/1993 lo cede in prestito al Leffe, con cui disputa 21 partite segnando 13 gol. Non male. L’anno dopo passa ancora in prestito all’Hellas Verona, in serie B, dove gioca 36 partite mettendo a segno di nuovo 13 gol.
A questo punto il Piacenza decide di riscattarlo, e lo riporta a casa per la stagione 1994/1995. Le 37 presenze ee i 15 gol di Superpippo permettono agli emiliani di ritornare in massima serie. Per il campionato successivo, grazie a un’impresa del DG Pastorello, il Parma riesce a prelevarlo dai cugini piacentini. Il tecnico Scala scommette fin dall’inizio sul suo nuovo centravanti, e Superpippo non lo delude segnando dopo un solo minuto nella partita che permise ai gialloblu di passare il turno in Coppa delle Coppe. La stagione avrebbe potuto essere trionfale, ma una frattura del quinto metatarso occorsa durante un’amichevole costringe Pippo a rimanere fermo per 60 giorni, perdendo ovviamente il posto da titolare.
Sembra aver recuperato per l’anno 1996/1997, e l’unica squadra disposta a credere ancora in lui è l’Atalanta. Ed è qui che Inzaghi diventa davvero Inzaghi: in 33 partite il ragazzo di Piacenza conclude il campionato da capocannoniere, con 24 gol.
A questo punto, arriva la Juventus. Viene acquistato dai bianconeri per 20 miliardi di lire, e già al primo anno ricambia la fiducia: 18 gol in campionato e 6 in Champions. Purtroppo per Inzaghi la Juventus colleziona anche delle delusioni: la sconfitta nella finale di Champions nel 1998, l’anno dopo il cambio di allenatore e un piazzamento finale mediocre in campionato, l’infortunio di Del Piero, la maledetta giornata del diluvio contro il Perugia nel 2000.
Il bilancio di Superpippo in bianconero è comunque molto positivo: in 4 stagioni disputa 120 partite segnando 57 gol.
Se con la Juve è riuscito ad affermarsi come uno dei migliori attaccanti del mondo, ora Inzaghi ha bisogno di ottenere le vittorie che a Torino gli sono mancate. Questa opportunità gli è data dal Milan, che lo acquista nella stagione 2001/2002. La sua prima stagione fu segnata da alti e bassi a causa di un infortunio, ma il nuovo centravanti rossonero riesce a mettere a segno comunque delle reti importanti, che garantiscono al Milan la qualificazione alla Champions per l’anno successivo. Sulla vittoria finale della Coppa c’è il suo pesante timbro, con ben 12 gol realizzati nella competizione.
Seguono due anni sfortunati a causa di molteplici infortuni al ginocchio, al gomito e alla schiena. Recupera per il campionato 2005/2006, segna 12 gol in campionato e 6 in Champions e si guadagna la qualificazione ai vittoriosi mondiali di Germania, dove è riuscito a mettere comunque la sua firma pur avendo giocato solo quei 33 minuti contro la Repubblica Ceca.
Infine, nell’anno 2006/2007, è stato di nuovo decisivo per la vittoria della Coppa dei Campioni del Milan, mettendo a segno nella finale una doppietta che lo ha consegnato alla storia come miglior marcatore italiano di sempre nelle coppe europee con 60 gol (a 9 marcature di distanza da Gerd Muller) e miglior marcatore italiano di sempre in Champions League, con 43 reti.
Da non trascurare assolutamente la sua carriera in maglia azzurra. Dal suo esordio, datato 1997, a oggi, Inzaghi ha disputato con la Nazionale 52 partite segnando 25 gol. Dopo Del Piero (27), è il miglio marcatore in attività della Nazionale italiana.
Ecco come mettere in apprensione una squadra solo con dei numeri… E comunque, tutti sanno troppo bene quali sono le qualità di questo eccezionale giocatore: sebbene la sua tecnica sia andata un po’ scemando col tempo (a Bergamo ha messo a segno molti penalty ed era un buon tiratore di punizioni), Inzaghi è un attaccante rapidissimo, la cui abilità più grande sta nell’aspettare che gli arrivi il pallone sul filo del fuorigioco: il suo mirabile senso della posizione fa il resto. Ad ogni modo, si consiglia vivamente le difese di non fargli pervenire la sfera… E per quanto riguarda le punizioni, ormai non ha più bisogno nemmeno di tirarle: gli basta mettersi sulla traiettoria. Il Liverpool lo ricorda molto bene.
Niente tattiche particolari, niente accanimento da parte della difesa. Una sola parola: attenzione.
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