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Avanti Toro, senza paura!

Vej Turin / Le sfide scudetto del 1936-37, contro il Bologna "che tremare il mondo fa"

Redazione Toro News

"Ritornato nell'Olimpo del calcio che conta, il Torino riprese a giocare gare decisive per le sorti del campionato. Gli avversari erano quelli di sempre: Juventus, Ambrosiana e Bologna. Proprio contro gli emiliani, campioni d'Italia 1936-37, il Toro giocò in quella stagione due partite epiche, che confermarono la squadra detentrice della coppa Italia come una delle protagoniste indiscusse del campionato. Quell'anno i granata non chinarono il campo davanti ai rossoblù, né all'andata né al ritorno, ma si produssero in partite destinate a essere ricordate per il piglio con cui vennero giocate.

"Quando sabato 7 novembre il Torino scese alla stazione di Bologna, ore 18:15; i granata erano secondi in classifica, a un punto dalla squadra rossoblu, capolista. Serata in albergo e diramazione delle formazioni, mentre tra i tifosi delle due squadre lo spasmo dell'attesa diventava sempre più forte.

"Quando nel pomeriggio di domenica 8 novembre le due squadre si presentarono sul campo di Bologna (che portava il nome di "Littoriale"), il Torino salutò romanamente (come d'uso) schierando in campo Maina, Brunella, Ferrini, Gallea, Allasio, Ellena, Buscaglia, Baldi, Galli, Prato e Silano. Il Bologna era campione d'Italia in carica e iniziò la gara attaccando a più non posso. I primi venti minuti della gara furono di autentica passione per i tifosi granata: la difesa, impostata per sbarrare la strada ai cannonieri rossoblù, stentava ad entrare in partita, sbandava paurosamente regalando spazi e palloni pericolosi che il Bologna non riuscì a sfruttare. Man mano che i minuti trascorrevano, però, i petroniani iniziarono ad accorgersi di avere sempre meno spazi: dopo lo sbandamento iniziale la difesa del Toro ritrovò le posizioni studiate, i mediani – e che mediani! – iniziarono a chiudere ogni manovra bolognese e con l'arretramento di Baldi e Prato formarono un muro invalicabile per gli avversari. Busoni (ex della partita, che in avvio aveva anche colpito un legno della porta di Maina) e Biavati (che nei primi venti minuti aveva fatto venire il mal di testa alla difesa granata) continuarono intestarditi a tentare sfondamenti centrali, perdendo palla e irritando il pubblico sugli spalti.

"Riequilibrata la situazione Ceresoli, portiere del Bologna, iniziò a essere chiamato in gioco: dapprima ordinaria amministrazione, poi interventi sempre più seri. Quando l'arbitro fischiò al fine del primo tempo, il Toro era già riuscito a riequilibrare la situazione in campo. La ripresa iniziò con gli attacchi impegnati a capitalizzare. Prima il Bologna, che in due occasioni si vide respingere da un attentissimo Maina una palla buona per la rete, poi il Torino, che individuò nel versante sinistro della difesa avversaria l'anello debole dei campioni d'Italia. Nessuno riuscì però a sfondare, e la fatica iniziò a farsi sentire. Al trentaseiesimo del secondo tempo Silano duellò con Montesanto all'altezza della bandierina del corner. Fallo del bolognese, si calcia una punizione, battuta dallo stesso Silano in un'area bolognese pressoché sguarnita di avanti granata. La palla di Silano arriva, come per miracolo, a uno smarcato Baldi che devia verso la porta; Ceresoli non ci arriva ed è gol: 1-0 per il Torino. Il risultato non cambiò più, nonostante le reazioni disordinate dei padroni di casa e così il Torino, dopo aver impostato la gara per impattare con il Bologna, si portò sul treno del ritorno tutta la posta in palio, nonché il momentaneo primato in classifica.

"La partita di ritorno, ben più scoppiettante, andò in scena al Filadelfia il 7 marzo del 1937. Finì 3-3 e permise al Bologna di rimanere in vetta alla classifica: il Torino non riuscì, come all'andata, a scalzare gli avversari nello scontro diretto ma diede vita a una gara a lungo ricordata dai tifosi che «non hanno certo dormito stanotte. Glie lo ha impedito la serie di emozioni offerte dalla gara cui hanno assistito. E sonni placidi non hanno avuto nemmeno i petroniani che hanno accompagnato la squadra. Che una partita più movimentata è difficile vederla».

"Trentatremila tifosi sugli spalti al Fila, mentre in campo successe di tutto: il Toro si presentò in maglia verde, subì i primi dieci minuti e poi propose il proprio gioco in campo. I palloni fanno la barba al palo ma non entrano, fino alla fine del primo tempo, cioè quando Bo, dopo una sgroppata mette in area un pallone che, raccolto i semirovesciata da Buscaglia, si trasforma in un gol clamoroso. Il pubblico esplode di gioia, il Bologna di rabbia e manda i migliori davanti, per recuperare. Ma è ancora il Toro, all'inizio del secondo tempo a segnare, raddoppiando con Prato (un tiro finito in porta grazie a un goffo intervento del portiere bolognese). Sembrerebbe la pietra tombale della gara, invece è solo l'inizio: Allasio devia male un pallone, che s'insacca in rete per il primo punto bolognese. Sette minuti dopo è ancora il Bologna a passare, pareggiando,mentre quattro minuti dopo, con gol d'autore di Sansone, conquista addirittura il vantaggio, concludendo una rimonta fulminea in quindici minuti. Il Toro, sbigottito, si ributta avanti e Galli, correndo più forte di tutti riesce a deviare una palla sottorete, insaccando il pareggio definitivo. Siamo all'ottantesimo: da lì in poi dieci minuti di lotta furibonda e infruttuosa: ora è il Bologna a portarsi a casa la vetta della classifica, ipotecando lo scudetto, mentre il Toro, da parte sua, regalò una partita da cardiopalma, croce e delizia per i suoi tifosi e sempre più protagonista del calcio italiano.