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Bearzot e Loik, due volti granata dal grande passato

Memorie granata / Bearzot da calciatore ad allenatore e Loik l'attaccante dai grandi numeri

Dario Lignana

Due nomi, due ricordi indelebili per quelli che furono due giocatori che il granata lo vestirono con grande onore e rispetto.

Esattamente 88 anni fa nasceva Vincenzo Bearzot. Un difensore di caratura internazionale, che ha militato in alcuni dei club più prestigiosi d’Italia, tra i quali anche il Torino. Venne ingaggiato dalla società granata, dopo le esperienze alla Pro Gorizia ed Inter prima e Catania poi. Vestì la maglia del Torino per due stagioni, collezionando 65 presenze, condite da una rete, prima di far ritorno nel ’56 all’Inter, con il quale disputò 27 gare. L’anno successivo fece ritorno in granata, collezionando 167 presenze e siglando 7 reti con la maglia del Toro, che indossò fino al 1964 quando lasciò la carriera da calciatore per dedicarsi a quella di allenatore. Dal ’64 al ’67, rimase a Torino alla guida delle giovanili, prima come preparatore dei portieri, poi come vice di Nereo Rocco. Nella stagione 1968-1969 sedette sulla panchina del Prato in serie C, per poi dedicarsi alla Nazionale italiana fino al 1986. Scomparve poi il 21 Dicembre 2010 a Milano all’età di 83 anni.

Ezio Loik mezzala di grande movimento, esordì alla giovane età di 17 anni con la maglia della Fiumana, stagione 1936-1937 disputando 41 gare in Serie C e siglando 12 reti. La stagione successiva si trasferì al Milan dove collezionò 53 presenze, condite da 10 goal, tre in meno delle stagioni dal 1940 al 1942 quando con la maglia del Venezia ne siglò 13 in 60 presenze. Approdò poi nel ’42 in granata con Mazzola in quello che fu poi il Grande Torino. Nel corso degli anni quaranta conquistò cinque scudetti e una Coppa Italia, la seconda in carriera dopo quella vinta con la maglia del Venezia, prima di perire coi compagni di squadra nella tragedia di Superga. In granata siglò 70 reti totali ed ora si trova all'11° posto della classifica dei marcatori del Torino, subito dietro a Franco Ossola.