di Paolo Morelli
toro
Bianchi, fiducia ripagata
di Paolo Morelli
Dagli applausi del 25 agosto agli applausi del 21 dicembre, in mezzo, 4 mesi di tensione, sconforto, paura e risveglio. Rolando Bianchi ha segnato in quattro giorni la...
Dagli applausi del 25 agosto agli applausi del 21 dicembre, in mezzo, 4 mesi di tensione, sconforto, paura e risveglio. Rolando Bianchi ha segnato in quattro giorni la metà dei gol segnati da quando è al Toro, la ripresa per lui è appena cominciata. Due gol che significano quarti di coppa Italia (ultima volta: stagione 93/94) e tre punti in campionato, con un punto sulla zona retrocessione.Ora la sosta, che permetterà a Bianchi di riposarsi e guarire dall’infiammazione che lo costringe a giocare meno di quanto potrebbe (sempre sostituito nelle ultime due partite). Questo significa che a gennaio potrebbe entrare – finalmente – in piena forma. Ma il buon momento del numero 90 granata dipende essenzialmente da due fattori. In primo luogo l’impegno personale del giocatore, che mai come nelle ultime gare ha mostrato tanta sicurezza di sé e tanta grinta sul campo; in secondo luogo il gioco della squadra, che finalmente riesce a recapitargli palloni giocabili. Novellino l’aveva detto l’anno scorso «con questa squadra mi manca solo un attaccante da 10 gol», arrivò Ventola. Poi in seguito Novellino disse che gli «sarebbe bastato anche un centravanti da 6 gol». Nella passata stagione, una punta vera, “Monzon” non l’aveva mai avuta.Si potrà rimproverare che il gol di Bianchi è stato piuttosto facile, ma lui era al posto giusto al momento giusto. Il centravanti – e il Toro – non deve fare gol belli, deve fare gol. Per i gol belli c’è tempo, perché non arrivano sempre e, da queste parti, arrivano con il contagocce. Dare fiducia serve, soprattutto per i giocatori emotivi e sensibili come Bianchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Dagli applausi del 25 agosto agli applausi del 21 dicembre, in mezzo, 4 mesi di tensione, sconforto, paura e risveglio. Rolando Bianchi ha segnato in quattro giorni la...
Dagli applausi del 25 agosto agli applausi del 21 dicembre, in mezzo, 4 mesi di tensione, sconforto, paura e risveglio. Rolando Bianchi ha segnato in quattro giorni la metà dei gol segnati da quando è al Toro, la ripresa per lui è appena cominciata. Due gol che significano quarti di coppa Italia (ultima volta: stagione 93/94) e tre punti in campionato, con un punto sulla zona retrocessione.Ora la sosta, che permetterà a Bianchi di riposarsi e guarire dall’infiammazione che lo costringe a giocare meno di quanto potrebbe (sempre sostituito nelle ultime due partite). Questo significa che a gennaio potrebbe entrare – finalmente – in piena forma. Ma il buon momento del numero 90 granata dipende essenzialmente da due fattori. In primo luogo l’impegno personale del giocatore, che mai come nelle ultime gare ha mostrato tanta sicurezza di sé e tanta grinta sul campo; in secondo luogo il gioco della squadra, che finalmente riesce a recapitargli palloni giocabili. Novellino l’aveva detto l’anno scorso «con questa squadra mi manca solo un attaccante da 10 gol», arrivò Ventola. Poi in seguito Novellino disse che gli «sarebbe bastato anche un centravanti da 6 gol». Nella passata stagione, una punta vera, “Monzon” non l’aveva mai avuta.Si potrà rimproverare che il gol di Bianchi è stato piuttosto facile, ma lui era al posto giusto al momento giusto. Il centravanti – e il Toro – non deve fare gol belli, deve fare gol. Per i gol belli c’è tempo, perché non arrivano sempre e, da queste parti, arrivano con il contagocce. Dare fiducia serve, soprattutto per i giocatori emotivi e sensibili come Bianchi.
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