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L'inchiesta

Bilancio Torino 2021: il trend si conferma negativo. E sul mercato…

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Sul risultato economico del club pesa inevitabilmente l'impatto della pandemia. Ma i numeri parlano anche di problematiche preesistenti

Nicolò Muggianu

Da ormai 8 anni, qui su Toro News, analizziamo voce per voce il bilancio economico-finanziario e lo stato patrimoniale del Torino FC, con l’obiettivo di offrire ai nostri lettori una visione che sia il più precisa possibile in merito a quella che è la situazione economica in casa granata. E anche quest'anno non saremo da meno: si riparte con l’analisi del bilancio dell’anno solare 2021, da poco pubblicato dalla società presieduta da Urbano Cairo. Apriamo quest'inchiesta con un approfondimento sul trend generale del club: proveremo dunque a offrire ai nostri lettori una visione più concreta di quelli che potrebbero essere gli scenari presenti e i piani futuri - sportivi e non - della società granata, che per il quarto esercizio consecutivo ha chiuso il proprio bilancio con un passivo importante (pari a 37.8 milioni di euro ndr).

INDICI - Ma procediamo con ordine. Ci sono almeno un paio di macro elementi che saltano subito all'occhio analizzando il bilancio dell'esercizio 2021 del Torino FC. Il primo è senza dubbio quello riguardante l'EBITDA - il margine operativo lordo - che a fine 2021 ha toccato i -14,3 milioni di euro. L'indice in questione è tra i più utilizzati in ambito economico per valutare il rendimento di una società e indica sostanzialmente la capacità della gestione operativa di un club di coprire i propri costi e generare ricchezza. In altre parole, nel corso dell'esercizio 2021, il Torino ha "eroso ricchezza" per un ammontare pari a circa 14,3 milioni di euro. Ma quali sono le ragioni di tale risultato? Senza dubbio c'è da considerare il forte l'impatto negativo causato dalla recente pandemia da Covid-19, che ha contribuito in maniera evidente all'erosione dei ricavi da parte di tutti i club di Serie A e non solo. Un impatto negativo che ha colpito in particolare tre fonti di ricavo: quelle derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti, quella derivante dalle sponsorizzazioni e quella derivante dalla cessione dei diritti tv. Ad onor del vero però la sola pandemia, per quanto economicamente devastante, non può bastare per spiegare il risultato fatto registrare dal Torino. A ben vedere, infatti, il trend del recente passato del Toro dice che la società di Urbano Cairo ormai da quattro anni non è più regina dello "Scudetto del bilancio" e anzi è ormai stabilmente entrata tra le società sportive che non sono più in grado di autofinanziarsi. Questo a causa anche della parte sportiva, con i granata che arrivano da un paio di stagioni molto deludenti in termini di risultati e con qualche investimento sbagliato commesso in fase di campagna acquisti.

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FINANZIAMENTI - Colpisce inoltre come, dopo i 30 milioni di euro di finanziamenti già ottenuti nel 2020, la società granata abbia richiesto e ottenuto un ulteriore finanziamento da 20 milioni di euro (manifestatesi nel marzo 2022 e dunque non iscritti a bilancio nell'esercizio appena concluso) che serviranno alla società per far fronte alle incombenze finanziare attuali e future. Ma se da un lato le liquidità immesse hanno permesso alle casse del Torino di mantenere sotto controllo cash flow e i pagamenti degli stipendi in un momento di flessione dell'intero settore, l'altra faccia della medaglia parla di un futuro certamente più complesso per il club granata. O quanto meno differente rispetto al trend che aveva fatto registrare nell'ultimo decennio la gestione Cairo.

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DEBITI E CREDITI - Il riferimento è alla situazione debitoria del Torino che, oltre ai debiti finanziari che andranno estinti in un orizzonte temporale medio-lungo, si troverà entro il termine di "0-1 anno" a dover estinguere (salvo ottenimento di dilazioni di pagamenti) debiti verso società calcistiche per l'acquisto di giocatori per un totale di 22,9 milioni di euro. Una cifra significativa, specie se commisurata ai crediti che la società granata gode nei confronti degli altri club nello stesso orizzonte temporale: ovvero un totale di 7,9 milioni di euro. Ecco perché, oltre che dal punto di vista economico-finanziario, è plausibile attendersi dal club un netto cambio di rotta anche in termini strategico-sportivi nel prossimo futuro. Una sorta di "ritorno al passato" che con Juric sembra già essere iniziato, con il Torino che è tornato ad investire su giocatori più giovani, da far crescere ed eventualmente rivendere in futuro. Già perché è anche grazie alle plusvalenze e alle cessioni importanti degli anni passati che il Torino è stato in grado di mantenere i conti in ordine nell'ultimo decennio. In altre parole non dovrebbe stupire se la prossima estate dovesse arrivare almeno una cessione eccellente sul mercato. Un'operazione che permetterebbe al club di "rifiatare" e riprendere così un cammino che aveva portato il club ad essere tra le società più sane e economicamente sostenibili della Serie A. Almeno fino a cinque anni fa.

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