Buoni giocatori, ma gruppo inesistente

di Edoardo Blandino

"Alla fine è arrivata la tanto temuta sconfitta. Dopo una prima parte di stagione da dimenticare e una risalita che aveva un sapore cinematografico, nel cuore dei tifosi davvero si sperava di poter compiere l’impresa e conquistare la Serie A. Il Toro ha lottato e ci ha provato fin in fondo. Non ci è riuscito. Ma il solo fatto di essere arrivato quinto in campionato è già un miracolo sportivo, visto dove si trovava la squadra a gennaio. Se non fosse stato per il girone di ritorno di 41 punti, oggi si parlerebbe di tutt’altro campionato, magari simile a quello della Reggina. In ogni caso il Toro ha fallito l’obiettivo di inizio stagione ed ora dobbiamo analizzare le cause di questa mancata promozione.

"Le previsioni, in realtà, non erano così campate per aria. Certo, si potrebbe discutere se davvero tutti siano in grado di cambiare il volto di una partita nella serie cadetta, ma il livello generale dell’organico era decisamente buono. Nel calcio, però, non conta solamente la tecnica. E Petrachi ce lo ha davvero dimostrato. Oltre ad una buona capacità di gioco con la palla, bisogna avere una grinta ed un agonismo pari, se non superiore, a quello degli avversari. Si deve creare un gruppo unito e uno spogliatoio compatto. I compagni di squadra si devono fidare gli uni degli altri e in campo non si deve mai mollare. Ci si deve calare in tutto e per tutto nella nuova mentalità. E quasi nessuno, di quella vecchia squadra, ci è riuscito. Con le prime sconfitte lo spogliatoio ha cominciato a scricchiolare e si è innescato un meccanismo impossibile da fermare che ha portato agli incresciosi fatti di dicembre e gennaio.

"La vecchia squadra, guidata prima da Colantuono e poi da Beretta, ha rovinato così la stagione del Torino. L’ormai ex tecnico granata e futuro mister orobico, al suo ritorno e con un gruppo nuovo, è riuscito a conquistare 41 punti e a vincere il girone di ritorno. Ma tutto questo non è bastato. Il Toro è ancora in Serie B.