Sta distruggendo le statistiche e sfatando i tabù, la squadra di Ventura, in questo scorcio iniziale di campionato; l'ultimo in ordine di tempo, la vittoria a Genova, la cui assenza in casa granata era diventata "maggiorenne".Ora dovrà vincerne un altro, che ha un nome ed un cognome: Gianpaolo Calvarese, nato a Teramo e appartenente alla medesima sezione dell'AIA.
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Calvarese, un gatto nero
Sta distruggendo le statistiche e sfatando i tabù, la squadra di Ventura, in questo scorcio iniziale di campionato; l'ultimo in ordine di tempo, la vittoria a Genova, la cui assenza in casa granata era diventata "maggiorenne".
Ora...
Con il fischietto abruzzese, dirigente d'azienda porprio nella sua città natia, il Toro conta infatti tre brutti risultati su altrettanti precedenti. Si parte nel 2009, con il match casalingo davanti all'Ancona che vede l'eurogol da centrocampo di Schiattarella pareggiato da Bianchi solo in pieno recupero. In quell'occasione, l'arbitro non vide (e non sanzionò) una gomitata volontaria che il difensore marchigiano Cosenza rifilò a Di Michele, il quale lo provocava, ma compensò con il mancato provvedimento disciplinare verso lo stesso Bianchi (già ammonito in precedenza) quando questi, dopo aver segnato, si lasciò andare a quel gesto che alimentò polemiche verso un tifoso che l'aveva preso di mira.
Quindi, nel 2010 due passi falsi: a Livorno ed in casa contro il Sassuolo. Ma se in terra toscana la direzione di Calvarese fu decisamente all'altezza (pur confermandone la naturale severità ed intransigenza), lo stesso non si può dire dell'incontro con i neroverdi emiliani, che videro il 35enne fischietto assegnare due calci di rigore, uno per parte, quantomeno dubbi, e nel complesso sbagliare molto scontentando tutti.Insomma, non si ricordano gravi torti ai danni del Toro commessi da questa giacchetta nera: solo, tanta sfortuna per i granata. Ora bisognerà vincere anche quella.
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