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Carcano (Il Giorno): “Il Toro è una bestia nera, ma l’Atalanta vuole ripartire”

Intervista / Prima della gara del “Grande Torino” sentiamo il parere di un giornalista che segue la Dea da vicino

Andrea Calderoni

Torino-Atalanta sarà l’anticipo serale della seconda giornata di ritorno. Una partita mai banale tra due squadre che si conoscono bene e che hanno scritto pagine importanti del calcio italiano. A presentare la sfida in chiave nerazzurra è il corrispondente sull'Atalanta de Il Giorno Fabrizio Carcano, autore anche su bergamoesport.it.

Buongiorno Fabrizio, Atalanta impegnata a Torino sabato alle 20.45 contro i granata che notoriamente mettono in difficoltà i nerazzurri. A testimoniarlo sono i numeri delle ultime stagioni, trionfali per la Dea ma non contro il Torino.

“È proprio vero. Il Torino è l’unica squadra che nell’ultimo anno e mezzo non ha mai perso contro l’Atalanta. Ha fatto più punti con la Juventus o con tutte le altre squadre della Serie A. I granata sanno come si blocca l’Atalanta, altrimenti non si spiegherebbe l’unico punto conquistato nelle ultime tre partite ufficiali disputate. È una sorta di bestia nera, ma ci sono delle motivazioni tattiche dietro alle difficoltà degli uomini di Gasperini”.

Quali a suo giudizio?

“L’elemento che mette più in crisi l’Atalanta è la fisicità del centrocampo del Torino. La capacità dei mediani del Torino di contrastare e ripartire complica le prestazioni della Dea. Il centrocampo dell’Atalanta è grintoso, ma non ci sono colossi”.

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Atalanta che si presenterà al “Grande Torino” in un momento un po’ particolare: è uscita dalla Coppa Italia e poi ha perso a sorpresa contro la Spal.

“L’Atalanta non è più abituata a perdere due partite di fila. Non c’è pressione ambientale, ma le motivazioni di Gasperini e le soddisfazioni raccolte dallo spogliatoio nelle ultime stagioni rendono i bergamaschi una formazione vogliosa di tornare rapidamente al successo. È chiaro, dunque, che tutti si aspettano una reazione nerazzurra a Torino. Ci saranno oltre 1.200 tifosi della Dea, che si dirigeranno in Piemonte con la speranza di tornare a muovere la classifica, anche con un semplice pareggio. Questo momento mi ricorda molto da vicino quello dello scorso febbraio, quando l’Atalanta perse in casa contro il Milan e poi a Torino. Da quel momento, però, non si fermò più. Perciò, la speranza di tutti è che a Torino sia la partita della ripartenza”.

Ambiente motivato dunque, ma la squadra realmente come sta?

“Castagne non c’è e l’assenza di un laterale destro di ruolo contro la Spal si è fatta sentire tantissimo. Gomez non sta benissimo, perché ha preso una distorsione a Firenze in Coppa Italia. Quando l’argentino non gira ne risente tutta la squadra. A Bergamo è definito tuttocampista, perché muove i fili della manovra nerazzurra, facendo il pendolo. L’anno scorso l’Atalanta si presentò a Torino senza di lui e sfornò la peggior prestazione stagionale. E poi Caldara e Zapata non sono al meglio: il primo perché è appena rientrato da un lungo stop, il secondo perché non segna da tre mesi. Detto questo ritengo che la squadra si sia un po’ ingrippata”.

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A parte le ultime due negative gare, l’Atalanta sta vivendo anni magici. Quali sono i fattori che hanno reso i bergamaschi una solida realtà del nostro calcio?

“In primo luogo la mentalità. Gasperini ha dato una mentalità vincente alla squadra e alla società. Gioca sempre per vincere. In alcuni casi può anche essere un limite, perché lasci più spazi e quindi rischi anche di perdere, come accaduto contro la Spal. Il secondo aspetto riguarda la modalità di lavoro di Gasperini. Gli allenamenti sono tutti impostati sull’intensità e i risultati si vedono in campo, soprattutto nei secondi tempi, quando l’Atalanta viaggia il doppio delle altre squadre. Infine, l’Atalanta dal 2017 ha puntato su un gruppo consolidato di ragazzi. Il blocco è ormai storico e tutti si conoscono a memoria. Ogni estate vengono inserite un paio di pedine in grado di migliorare la rosa, che però per ambientarsi impiegano un po’ di tempo perché gli schemi dell’Atalanta sono ormai ben oliati”.