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Casagrande, l’uomo del destino

Ci sono giocatori che hanno ballato in maglia granata anche solo un paio di stagioni, ma lasciano ricordi più indelebili di chi abbia vegetato per anni. Come Walter Casagrande, che oggi...

Redazione Toro News

"Ci sono giocatori che hanno ballato in maglia granata anche solo un paio di stagioni, ma lasciano ricordi più indelebili di chi abbia vegetato per anni. Come Walter Casagrande, che oggi taglia il traguardo dei suoi primi 50 anni, felice di farlo nonostante abbia seriamente rischiato di non vederlo nemmeno, come abbiamo scoperto dalla sua recente autobiografia che tanto ha fatto discutere.

"Ma il Casagrande che arrivò a Torino era un signor attaccante, nonostante le lunghe pause che si è concesso anche alla corte di Mondonico. Lo aveva fortemente voluto Costantino Rozzi nel suo Ascoli dopo il brutto infortunio in maglia Porto. E a Torino arrivò insieme a Vincenzino Scifo andando a completare un reparto che si stava scoprendo grande. E lui semplicemente ha fatto quanto doveva, mettendo il sigillo nelle partite che contavano. Come quel derby del '92, una doppia zampata sempre su assist dello spagnolo. Ma soprattutto come in quella semifinale di Uefa al 'Bernabeu' che, pur persa, aveva fatto capire come quel Toro fosse da finale. Già, anche con l'Ajax lui, per due volte, a tenere in vita il Toro e concedere speranze naufragate sui tre legni di Amsterdam.

"In tutto 49 presenze in campionato e 10 reti, poi l'addio quando quella squadra si stava sfaldando per motivi noti a tutti. Si sfaldava anche lui, consumato da fantasmi interiori che ora a distanza di vent'anni sembra essere finalmente riuscito a sconfiggere. Ha vissuto almeno tre vite, Casagrande, e un pezzo l'ha anche tinto di granata.Redazione TN