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Cerci – Roma, o l’arte di (non) saper aspettare

Verso Roma - Torino / Il talento granata affronta i giallorossi, che nel 2010 lo lasciarono partire dopo troppi prestiti e troppo poca fiducia. Eppure valeva la pena...

Diego Fornero

"Basta fare un giro dalle parti di Valmontone, una quarantina di minuti a sud di Roma, ormai ad un passo dal Frusinate, per accorgersi che Alessio Cerci, da quelle parti, non è soltanto un giocatore di pallone, ma una cosa serissima. Orgoglioso della propria "targa" di appartenenza, il ricciolone fu pescato dagli scout giallorossi quando vestiva la maglia della formazione locale. "Un fenomeno già allora", dice chi l'ha conosciuto e lo vedeva esibirsi ai campetti, analisi, del resto, condivisa dai dirigenti romanisti che puntarono forte su di lui fin da subito.

"UNA PRIMAVERA DI FERRO - Una fiducia ben ripagata, se si pensa che la Primavera della Roma nel 2005 si cuce lo Scudetto di categoria al petto anche grazie a lui, con personaggi del calibro di Okaka, Corvia, Greco e Rosi. Gente che arriverà in Serie A, e che poco dopo inizierà la girandola di prestiti nelle categorie professionistiche. Nella massima serie Alessio esordisce che è ancora pischello, a 17 anni nell'ultima di campionato, il 16 maggio 2004, contro la Sampdoria. Nell'anno del Tricolore in Primavera di gettoni ne collezionerà due, contro Inter e Cagliari; nel 2006 uno soltanto, contro il Chievo a fine aprile. Alessio, ormai, ha 19 anni ed è pronto alla sua prima esperienza tra i pro: arriva il prestito al Brescia, 23 presenze tra campionato e Coppa Italia in Serie B, di cui soltanto quattro da titolare. Uno score discreto, ma non eccellente, e neppure una rete portata a casa. Nel 2007, però, arriva l'esperienza che gli cambia la carriera: è il Pisa del duo Giampiero Ventura - Gianluca Petrachi, uno in panchina, l'altro alla scrivania. Lì, Cerci esplode letteralmente, 26 presenze in campionato di cui 23 da titolare, 10 goal e la chiamata della Nazionale Under 21. La sfortuna, però, si accanirà sul talento di Valmontone, e, di fatto, la sua stagione si concluderà a febbraio, per rottura del menisco ed infiammazione del crociato.

"GIRANDOLA DI PRESTITI INFINITA - La Roma ha visto di che pasta è fatto il proprio talento ventenne appena rientrato dal prestito, ma anche per la stagione 2008/2009 decide di non puntare su di lui, optando per il prestito all'Atalanta. Sarà il momento più buio per la carriera di Cerci, che combatte un anno intero con il problema al ginocchio, mai veramente risolto, e mette insieme solo 12 gettoni di presenza in Serie A. L'occasione di esibirsi con la maglia giallorossa, però, è solo rimandata, e, finalmente, nel 2009/2010, l'esterno ricciolone resta a casa, fermandosi alla corte di Claudio Ranieri, dopo tre anni consecutivi in prestito.Tra i giallorossi, però, ancora una volta, qualcosa non torna: Ranieri punta forte su di lui in avvio di stagione, nei play-off di Europa League Alessio realizza, ad agosto, contro il Kosice, la sua prima rete ufficiale con la Roma, ma in Serie A si vede poco. Il tecnico lo vede più come un rincalzo per le coppe europee, ma, dopo l'eliminazione col Panathinaikos, Cerci si vede pochissimo anche in campionato, chiudendo con 19 presenza tra tutte le manifestazioni, Coppa Italia compresa. Troppo poco per chi, solo due stagioni prima, con la maglia del Pisa, era apparso come uno degli esterni offensivi più incontenibili d'Italia.

"ESPERIENZA CONTRADDITTORIA IN VIOLA - La Roma non ha più tempo e voglia di aspettarlo, e in estate arrivano gli uomini mercato della Fiorentina: ai giallorossi vanno 4 milioni di Euro, persino tanto se si considerano le ultime due deludenti stagioni del talento di Valmontone, tanto che a Firenze si parla immediatamente di una "sola". Nel 2010/2011 inizia, dunque, una controversia esperienza in Viola che durerà per due stagioni. Numeri importanti, quelli di Cerci, che mette insieme subito 26 presenze ed 8 goal tra campionato e Coppa Italia, ma non riesce ad essere amato, accusato dai propri tifosi di esagerare con la vita notturna e farsi troppo notare con le proprie automobili sportive in centro a Firenze, ma soprattutto di essere troppo discontinuo. Eppure, nonostante il gradimento di Mancini e del Manchester City, nel 2011 Alessio resta in Viola, chiude con lo stesso identico score (26 presenze ed 8 goal tra campionato e Coppa), ma il rapporto è agli sgoccioli, ed arriverà la chiamata del Torino di Ventura.

"Tutto il resto è storia: la maglia granata, la chiamata in Nazionale ed un biglietto prenotato per Brasile 2014, oltre ad una stagione e mezza da protagonista assoluto. Il Toro è il presente di Alessio Cerci, che ha saputo far ricredere chi non ha voluto aspettarlo: una storia che può far riflettere anche sull'utilità, spesso inesistente, della girandola reiterata di prestiti per i propri giovani talenti, magari mandati a farsi male lontano dalla base. Ecco perché la sfida di domani, tra Roma e Torino, per il numero 11 granata... avrà un sapore particolare.