22 agosto 2012: il Torino acquista in comproprietà, dalla Fiorentina, Alessio Cerci. 20 giugno 2013: a pochissimi minuti dalle buste, Cairo, con un blitz degno della migliore spy story, riscatta l'altra metà del suo cartellino per circa 4,5 milioni (di mezzo anche la metà del cartellino di Bakic, ''restituito'' alla viola). Adesso, alzino la mano quanti ancora ci credevano, o per lo meno, ci speravano. Le buste erano imminenti, e con esse la possibilità di perdere un giocatore di questo valore e di questa importanza si stava facendo sempre più realistica. Cairo, dunque, ha stupito tutti, mettendo sul piatto quel tanto che bastava per garantire una continuità con il recente passato e guardare - e far guardare - con un cauto ottimismo al futuro. COSTRUIRE UNA SQUADRA INTORNO A CERCI? Si può. Di esempi nella storia ce ne sono molti, e tutti prolifici. Perché non può provarci anche il Toro? Che il 4-3-3 sia il modulo che permetta a Cerci di dare il meglio di sé è fuori discussione, e viste le sue prestazioni in crescendo della passata stagione non è poi un'idea così scellerata. Cerci ha dimostrato di saper reggere bene al peso della pressione: a Firenze, nonostante fosse costantemente nell'occhio del ciclone, ha sempre fatto benissimo il suo dovere (segnare), così come a Torino, piazza nella quale le pressioni sono una caratteristica, quasi come Piazza Castello e il Gianduiotto. Dunque, l'idea di caricarsi sulle spalle il peso dell'intera squadra non sembra spaventarlo, non più di tanto. LE FONDAMENTA SONO SOLIDE E collaudate. Barreto, al quale è stata rinnovata la comproprietà con l'Udinese, e gli acquisti definitivi di Glik, Darmian, Basha e Cerci, appunto, sono un ottimo segnale. Se ci aggiungiamo anche l'ingaggio di Farnerud e quello a titolo definitivo di Rodriguez, ecco che non solo si alza il livello qualitativo, ma anche quello patrimoniale subisce una netta impennata. Tutto ciò fa ben sperare per questa sessione estiva di mercato che, ricordiamo, aprirà i battenti solo il 1 luglio. E in un mondo dove i soldi sono pochi e si tende prima a far cassa e poi a spendere, il Toro rappresenta una piacevole eccezione. L'obiettivo della società è quello di rientrare nelle spesse con la cessione di Ogbonna alla Juventus, ormai imminente, dalla quale arriveranno 10 milioni, che sono effettivamente quelli spesi fino ad ora. Un tesoretto notevole, per una squadra che ha bisogno ancora di qualche rinforzo. Non dobbiamo dimenticare Ciro Immobile, inserito nella trattativa come contropartita tecnica, che da più garanzie a Ventura rispetto a Derdiyok, nonostante il tecnico abbia dato il suo benestare ad entrambe le trattative. CERCI PIACE A MOLTI, MA - Tornando a Cerci, la domanda che molti tifosi di pongono, alla luce del riscatto, è questa: rimarrà? Andrà via? Il cuore direbbe di sì, il portafoglio è indeciso. Perché se è vero che l'esterno di Velletri è una pedina irrinunciabile nello scacchiere di Ventura, modulo a prescindere, è altrettanto vero che Cerci ha parecchi estimatori, a partire proprio dal Napoli di Benitez, che da settimana è in pressing sul giocatore con un assegno di 10 milioni. Il Toro ne chiede di più anche solo per intavolare una trattativa. L'imperativo, però, è categorico: vietato mollare. Per il bene del Torino.
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Cerci, tutto è bene quel che finisce bene
22 agosto 2012: il Torino acquista in comproprietà, dalla Fiorentina, Alessio Cerci. 20 giugno 2013: a pochissimi minuti dalle buste, Cairo, con un blitz degno della migliore spy story,..."Federico Lanza
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"(foto Dreosti)
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