di A. Salvatico e P. Morelli
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”Chi va in campo gioca per tutti gli altri”
di A. Salvatico e P. Morelli
Giancarlo Camolese e le sue idee sul Torino, a 24 ore dal ritorno in campo. Presso l’hotel Air Palace, di Leinì, il tecnico lancia rassicurazioni,...
"Giancarlo Camolese e le sue idee sul Torino, a 24 ore dal ritorno in campo. Presso l’hotel Air Palace, di Leinì, il tecnico lancia rassicurazioni, messaggi d’attenzione, pensieri ad ampio raggio. Ma nessun proclama, non fanno per lui. Iniziamo con le rassicurazioni, appunto: “Fisicamente stanno tutti bene -principia il mister- e tutti sono recuperati, compresi Bianchi e Stellone, che lo sono appieno. D’Onofrio l’ho portato comunque per precauzione, ma gli altri cinque attaccanti (compresi Rosina e Gasbarroni, ndg) sono tutti disponibili”, dice. “E la prossima settimana lo sarà anche Pisano”.
"Veniamo alla partita di domani, partita da vincere ma da giocare con attenzione. “A questo punto del campionato è impensabile che una squadra possa aggredire per 90 minuti”, spiega. “Bisogna ragionare, come abbiamo fatto con il Catania”. Nelle idee dell’uomo di San Mauro, le due avversarie hanno diversi punti in comune: “Sono due squadra che sono andate avanti coerentemente durante tutto il campionato. Una situazione ideale per un allenatore, ma anche per una società e per i tifosi”. Dunque il Toro dovrà puntare sulle motivazioni? “Siamo in una fase in cui tutti hanno grandi stimoli. Ma sulle spalle c’è tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti”.
"San Siro è alle spalle, come rassicurava ieri Barone? “Io cerco di far dimenticare ai miei la partita precedente, e di farli pensare alla successiva”, illustra Camolese, “cosa fatta anche dopo la gara contro il Catania; insomma, sia che si vinca, sia che si perda”. Continua: “In questo mese ho visto grande disponibilità da parte dei giocatori, e questo mi soddisfa; poi, il risultato dipende anche dall’evversaria”, dice pensando al 5-1 di domenica sera. “Ho convocato 24 giocatori, ne porterò 18, ma chi va in campo gioca per tutti”. A quest’ultimo concetto tiene particolarmente il tecnico, che ne ripete uno già enunciato a Milano dopo la sconfitta: “Non voglio giocatori che vivano in maniera isolata”.
"Prima di salutare, il mister chiude con risposte su un argomento che, nel recente passato, è stato d’attualità, specie sotto la gestione-Novellino: ossia, la presunta “eccessiva pressione” cui sarebbero sottoposti i granata quando giocano all’Olimpico. Non è di questo avviso Camolese. “Non c’è pressione nel giocare in casa. Contro il Catania, la gente è stata eccezionale, perché -chiarisce meglio- è passata al concetto dell’aiuto: anche se la squadra era in difficoltà, non ha smesso di sostenere la squadra, e non ha fischiato. Il che sarebbe controproducente; i tifosi l’hanno capito, e s’è visto. Poi, ognuno è libero di apprezzare o contestare, ma… magari potessimo giocare tutte le partite in casa”.
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